Classe 1966, mezzo napoletano mezzo danese, Stefano
Guerriero, entra nel mondo della moda lavorando come modello per Armani. Poi si
dedica al fashion design collaborando con Versace, Alberta Ferretti e Jenny.
Guerriero di cognome, ma di fatto?
“Una certa testardaggine e una buona dose di determinazione,
in questo lavoro non facile, mi aiutano. Sono una persona abbastanza pacifica,
ma la vita a volte porta a dover lottare…”
Scorre in lei sangue napoletano. Cosa c’è di partenopeo
nella sua moda?
“Una certa gioia di vivere, un senso del calore, del colore
del Sud. Il mio ideale è quello di una donna solare, che non ha paura di osare
attraverso la lavorazione, i ricami, le stampe, che si fa notare."
Cosa salverebbe per il 2005?
“La mia modella
preferita, Christy Turlington, che oggi lavora poco ma negli anni ‘90 era una
delle top più richieste; la musica di Colette N.6; la mia città rigenerante,
New York; e "Orlando", film per cui mi sarebbe piaciuto disegnare i
costumi.”
A voler guardare lontano dove si arriva?
“In Russia e in Giappone. Due mercati che mi hanno sempre
dato molta soddisfazione.”
La sua ultima collezione è ispirata al viaggio, ma che tipo
di viaggio…?
“Ho raccontato un viaggio nello spazio e nel tempo che si
snodava tra Goa, in India, negli anni ’70, e approdava a un safari africano, in
Kenya. Ho voluto rappresentare due culture quella indiana e quella africana,
diverse tra loro, misteriose e antiche, con un tocco di leggerezza”
Come passa il suo tempo quando non lavora, quali sono le sue
passioni?
“Amo la fotografia, e colleziono libri soprattutto di Bruce Weber. Amo
la montagna, ho una casa a Saint Moritz dove vado quando voglio staccar la spina. D’estate è invece facile
trovarmi in qualche isola del mediterraneo come Ibiza o Mikonos.”