Due città opposte ma complementari come il giorno e la notte, come le due anime della Malesia. Kuala Lumpur e Malacca. Dove l’una incontra il cielo con le sagome dei suoi grattacieli, l’altra racconta storie di ricchi sultani, grandi guerrieri e leggendari navigatori. Di solito ogni tour che si snoda lungo la penisola malese comincia o finisce nella capitale cosmopolita e avveniristica.
Le due torri gemelle più alte del mondo, le Petronas Towers, non lasciano certo indifferenti e – inutile fare finta di niente – richiamano tristemente alla memoria le omonime costruzioni newyorkesi. Kuala Lumpur, come ogni metropoli futuristica del resto, è un caleidoscopio di suoni e luci a neon dove grattacieli e hotel extra lusso convivono con maestosi edifici dell’era coloniale.
Fragranze di sandalo e incenso accompagnano lo scalpitio sulle strade trafficate del centro cittadino. E allora, è buffo pensare – per contrasto – a quel gruppo di cercatori di stagno che nel 1870 giunsero alla confluenza dei fiumi Kelang e Gombak, battezzando il luogo con il nome fantasioso che oggi porta, Kuala Lumpur, ovvero “convergenza fangosa”. Di strada quella “convergenza fangosa” ne ha fatta fino a diventare la città del boom, la città della convivenza di ben tre culture (cinese, malese e indiana).
Così può capitare tranquillamente di incontrare devoti intenti ad offrire coloratissime ghirlande Hindu e, contemporaneamente, udire il muezzin che raduna in preghiera nelle moschee, mentre dai templi buddisti si effonde un olezzo indistinguibile di sandalo e incenso. KL – come la chiamano amichevolmente i suoi abitanti – è una porta d’ingresso preferenziale all’Estremo Oriente, via di transito per molti viaggiatori in rotta su Indonesia, Cina, Nuova Zelanda, Thailandia e Indocina.
150 chilometri separano Kuala Lumpur da Malacca (o Malaka), la culla della civiltà malese, romanzesco crocevia di mercanti provenienti dall’Arabia, dall’Europa, dalla Cina e dall’India. Dalla capitale, con un paio d’ore di bus, si può mettere piede su un pezzo di storia della Malesia. Lasciatevi trascinare con un po’ di instabilità dai tipici risciò lungo le anguste stradine della città, fino a scontrarvi quasi con la porta di Santiago e la lineare architettura portoghese della chiesa di San Paolo.
Pregevole allo sguardo la maestria olandese della chiesa di Cristo e Chen Hoong Teng, il più antico tempio cinese esistente nel paese. Fermatevi a contrattare il pezzo di qualche oggetto che vi attira a Joker Street. Dove si può scegliere tra ceramiche cinesi, prodotti di batik e scatolette portagioielli in madreperla.