Nel cuore di Parigi, a metà strada tra i magnifici giardini de Les Tuileries e il suntuoso edificio dell’Opera Garnier, ci si imbatte in rue Sain Anne, una graziosa via stretta e lunga, dove sono radunati i migliori ristoranti giapponesi della capitale. Per quanto Parigi si riveli subito come una città cosmopolita, nei dintorni di rue Saint Anne si ha davvero l’impressione di essere catapultati in un quartiere d’affari di Tokyo.
Manager giapponesi in giacca e cravatta ed eleganti signore in tailleur dagli occhi a mandorla, affollano la via in cerca di un ristorante per la pausa pranzo. Questa zona da qualche anno é diventata il luogo di ritrovo di molti giapponesi provenienti da un’ondata migratoria un po’ sui generis: si tratta prevalentemente di uomini e donne che lavorano nella new economy parigina, ma anche di bhoemièn di nuova generazione che hanno perso la testa per Parigi, avanposto della cultura del vecchio continente. Immigrati un po’ particolari che hanno deciso di inseguire il fascino evocato dalla “ville lumière”, senza però rinunciare alla propria cucina tradizionale.
L’ambiente é davvero zen e riporta con la mente all’immaginario esotico dell’estremo oriente: arredamento essenziale, colori neutri, piccoli tavoli di legno. Chi mangia da solo si può accomodare attorno al bancone che circonda la brace. E’ questo forse l’elemento più tradizionale dell’arredo dei ristoranti giapponesi: una sorta di cucina a vista in cui si può ammirare l’arte dello “sminuzzamento” delle verdure, la “liturgia” della cottura alla griglia e le fiammate pirotecniche dei wook, in cui tutto soffrigge.
Tra i piatti tradizionali c’è la “tempura”, fritto misto di pesce e verdure in pastella, il “misoshiru”, una zuppa a base di miso di riso, pesce essiccato ed alghe, e i tradizionalissimi “yakitori”, spiedini di carni e verdure alla brace serviti su ciotole di riso; il tutto accompagnato dall’immancabile salsa di soia e dal té verde. La sera alcuni ristoranti mettono a disposizione le sale interne, dove é possibile mangiare sui tavoli bassi, seduti su confortevoli “tatami” dai fini rivestimenti in seta.
Quello da cui si rimane colpiti è però l’assenza quasi totale di sushi e sashimi. Per quanto oggi, alla luce delle mutate condizioni economiche, i giapponesi facciano un uso sempre maggiore di pesce crudo, i suoi costi elevati, in passato, non ne permettevano un consumo quotidiano. Il sushi in Giappone è dunque associato ad un evento festivo e non appartiene al tradizionale regime alimentare.
Per sperimentare cosa significhi una prelibata ed originale cucina nipponica, non bisogna perdere l’opportunità di scoprire quest’autentico angolo di Giappone nel centro di Parigi. Occasione che anche i parigini più accorti sembrano non essersi fatti sfuggire, a giudicare almeno dalle code fuori dai ristoranti il sabato sera.