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In memoria di Ipazia

In uscita il film Agorá, che racconta la vita di una filosofa ignota al grande pubblico

Agorà locandina

Sbarca in questi giorni sugli schermi spagnoli l’atteso Agorá, kolossal storico del regista Alejandro Amenábar. Il giovane autore di origine cilena, giá vincitore di un Oscar con Mar Adentro e campione d’incassi con The Others, ha scommesso stavolta sulla storia di Ipazia, filosofa e astronoma vissuta nell’Alessandria del IV secolo.

Presentato fuori concorso a Cannes, dove ha ricevuto un’ottima accoglienza di pubblico incassando peró qualche perplessitá da parte della critica, che l’ha trovato tecnicamente perfetto ma troppo freddo, Agorá é un racconto epico che richiama il genere peplum, raccontando la periferia di un Impero romano giá avviato alla dissoluzione.

Una storia di astronomia emozionale l’ha definita lo stesso Amenábar, ma soprattutto un’aperta condanna al fanatismo religioso e l’intolleranza che fecero della protagonista, inventrice tra le altre cose del planisfero, la prima martire della scienza, simbolo della resistenza ellenica al nascente potere cristiano. Ne racconta le appassionate vicissitudini questo affresco grandioso dal budget colossale (50 milioni di euro), per il quale sono state utilizzate le piú moderne tecniche di ricostruzione architettonica in 3D.

Rinchiusa nella biblioteca piú famosa del mondo antico mentre nelle strade infuriano le rivolte religiose, Ipazia (interpretata con convinzione da Rachel Weisz) lotta per salvaguardare i saperi tradizionali e la sua  libertá di scienziata e di donna. Finirá massacrata per mano dei chierici parabalani e oltre al suo corpo verranno bruciati i suoi libri e quelli della Scuola neoplatonica alessandrina, nel tentativo delle alte cariche ecclesiastiche di cancellarne la memoria.

E forse é ancora un problema ideologico a rendere la vita difficile alla pellicola in paesi come gli Stati Uniti o l’Italia, dove stenta ad incontrare una distribuzione, tanto che qualcuno ha giá parlato di censura preventiva. Potrebbe forse molestare le coscienze di alcuni questo ritratto amaro degli anni in cui i cristiani da vittime passarono allo status di carnefici, inaugurando la lunga e sanguinosa oscuritá medievale. Nel frattempo durante primo weekend di proiezioni nelle sale cinematografiche spagnole ha richiamato ben un milione e mezzo di spettatori, fruttando 7 milioni di Euro di incassi.

Di sicuro fin’ora, se da una parte nessun distributore italiano ha pensato di rischiare nel promuovere Agorá, dall’altra sono sorti spontaneamente gruppi di sostegno al film, che hanno organizzato una petizione online e un gruppo su Facebook. Perché far uscire il film equivale a tenere viva la memoria di Ipazia l’eccelsa, donna moderna e coraggiosa uccisa dal fondamentalismo del potere, come tante ancora oggi.

Potete firmare qui la petizione per far uscire il film in Italia:
www.petitiononline.com/agorait/petition.html