L’ictus è stato fatale. E’ deceduto domenica sera presso l’ospedale San Raffaele di Milano, l’architetto della moda, uno dei protagonisti della moda italiana: Gianfranco Ferré. Milano Moda Uomo è vicina, 23/27 giugno 2007, e per la sua sfilata (domenica 24 giugno) il grande stilista aveva scelto canzoni italiane che parlavano di mare, di acqua che scorre senza forma, ad accompagnare le geometrie dei suoi abiti.
Appena pochi mesi fa, a marzo, il Presidente del Consiglio Romano Prodi gli aveva affidato la presidenza dell’Accademia di Belle Arti di Brera, si perché Gianfranco nutriva una grande passione per l’arte contemporanea, tanto che recentemente aveva finanziato il restauro di “Adamo piange Abele”, celebre dipinto del pittore tedesco Johann Carl Loth.
Gianfranco Ferré nasce a Legnano, cittadina lombarda, nel 1944 da una famiglia di piccoli industriali di cui andava fiero. La sua casa paterna, un villino del primo ‘900 in cui faceva sempre ritorno dopo i suoi lunghi viaggi, custodisce le sue memorie, i suoi lavori e i quadri che amava. Da sempre definito ‘l’architetto della moda’ non solo per la laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano, ma anche perché come Giorgio Armani, Missoni e Krizia, ha creato uno stile simile al design e alla progettazione industriale: simbolo del pret –à-porter italiano.
La sua carriera inizia nei primi anni Settanta con i bijoux e le cinture fino a quando una mattina, durante un viaggio in treno, incontra Rita Airaghi, una lontana cugina che diventerà il suo alter ego, e l’imprenditore bolognese Francesco Mattioli con cui fonderà nel 1978 la Gianfranco Ferré S.p.A. La sua prima sfilata di pret – à – porter femminile (nel 1982 esordisce nella moda uomo), risalente al 1978, fu presentata al Grand Hotel Principe & Savoia di Milano. Il successo fu internazionale. Nel 1986 presenta, sulle passerelle romane, la collezione di Alta Moda in cui utilizza materiali anche insoliti come la paglia di Vienna e abiti onirici.
Dopo l’esperienza con Dior, durata otto anni, si dedica completamente alla sua azienda e crea nella zona di Brera il suo quartier generale: un edificio di 7800 metri quadri che rappresenta il nuovo marchio Ferré: otto linee di abbigliamento e accessori, 1400 miliardi di lire il fatturato indotto 1997, 75 per cento di esportazioni con due mercati: Sati Uniti e Giappone che ne assorbono il 40 per cento, licenze di profumi e oltre 400 negozi di moda e accessori.
La sua moda è ricca di favolose intuizioni, come la camicia bianca (trasformata da indumento prettamente maschile ad arma di seduzione femminile), la varietà del taglio (fluttuante o modellata sul corpo o ancora strech e trasparente sul busto) i colletti e i polsini ricchi e sofisticati. Abiti dedicati a donne colte e raffinate, attingendo a idee ed emozioni di diversi paesi e culture. Indimenticabile il bustier di piccoli ritagli di osso cuciti con la rafia, indimenticabile la tunica in seta ricca di morbidi drappeggi, indimenticabile la stoffa tagliuzzata a rettangoli sovrapposti: antiche e moderne preziosità condite con accessori eccentrici: le borse di cavallino con manici a scettro in argento. Indimenticabile come stilista, come artista, come uomo.