Dopo 20 anni di assenza dai riflettori, il fumettista americano Robert Crumb torna alla ribalta con il suo nuovo "Libro della Genesi". Se ne erano perse le tracce nel lontano 1990, dopo la decisione di lasciare definitivamente gli Stati Uniti, per trasferirsi in un remoto paesino nel sud della Francia. Ma i suoi fan non si sono scordati di lui ed il successo riscosso dal suo nuovo lavoro lo ha ampiamente confermato: in Italia Mondadori si è affrettata a comprare i diritti e a Marzo ha dato alle stampe la prima versione italiana del libro, pubblicata per la collana Strade Blu.
L’opportunità commerciale d’altronde faceva gola: Robert Crumb continua ad essere ristampato in tutto il mondo e gli storici fumetti come "Zap Comix", o le celebri copertine di album come "Cheap Thrills" di Janis Joplin, rimangono saldamente ancorate nella nostra memoria. Chi non ricorda i personaggi leggendari di "Fritz il Gatto" o "Mr. Natural"? Icone scellerate che hanno animato le numerose collane di fumetti a partire dagli anni ’60.
Il sarcasmo, l’ironia graffiante, l’incontenibile vena erotica che sconfina nel pornografico, sono i tratti riconoscibili di questa personale arte del fumetto. Robert Crumb non ha solo creato un genere, ma ha contribuito a porre le basi per la nascita del comix underground americano tra gli anni ’60 e ’70. Dopo l’acquisizione di alcuni dei suoi disegni da parte del Moma di New York nel 1990, anche il mondo dell’arte è tornato a rendergli omaggio: le tavole originali del nuovo libro sono state esposte all’Hammer Museum di Los Angeles e alla Mediateca di Parpignan, nell’ambito del Festival Internazionale dei dischi e del fumetto.
C’è tuttavia una doverosa(dolorosa?!) precisazione da fare: chi si aspettava il ritorno dell’ autore "fuori dagli schemi" e delle sue proverbiali tematiche caricaturali, rimarrà forse deluso. Nel Libro della Genesi, Crumb ha perso, o piuttosto ha rinunciato, a dipingere inibizioni, fantasmi e frustrazioni di una volta; nel libro scompare il repertorio ultra – provocatorio con cui in passato aveva esorcizzato la bassezza della condizione umana.
Il Libro della Genesi è piuttosto il risultato di un’operazione un po’ naïf, un adattamento senza interpretazione critica, che riproduce in maniera quasi pedissequa il tema religioso. Crumb sembra aver piuttosto cavalcato la sua "resurrezione", strizzando l’occhio ai media attraverso un titolo di impatto e di sicuro successo commerciale. Intervistato da Françoise Mouly del New Yorker, ha risposto sardonico: "Questo libro non ha contenuti politici. Perché l’ho fatto? Non saprei… per i soldi? Comunque io la Bibbia non la comprendo assolutamente, non capisco come facciano le persone a seguire dei dettami così primitivi. Se non altro posso dire che tanta gente che non si sarebbe mai approcciata al libro sacro, ora ne conoscerà la storia".
E’ necessario tuttavia sottolineare che, a livello squisitamente estetico, il lavoro di Crumb non tradisce: i suoi personaggio non hanno perso quel tratto espressionista, quell’energia primordiale che, ancora oggi, li rende così familiari ai nostri occhi. Tra estimatori e detrattori della sua opera, una cosa è certa: a vent’anni di distanza dalle sue ultime apparizioni, Robert Crumb continua ancora a dividere e a far parlare di sé.