Lan è un’adolescente francese, nata da genitori vietnamiti in fuga, come migliaia di altre persone, dal loro paese dopo la guerra d’Indocina. La Francia, ex potenza colonizzatrice del Vietnam, accoglie – madrepatria matrigna – frammenti del suo impero con distacco e accondiscendenza. I genitori di Lan lottano duramente per avere successo, e Lan ha la fortuna di crescere in un ambiente sereno, benestante: è una ragazzina come tanti altri, forse solo un po’ più introversa e sognatrice. Reagisce con una bulimia letteraria, divorando libri su libri, all’isolamento cui la costringe il suo ottimo andamento scolastico. E’ la secchiona della classe, spinta all’eccellenza dal rigore dei genitori, ossessionati dall’integrazione nella nuova patria.
Un mondo fatto di libri e di pochi interrogativi sul suo passato e la sua identità plurale, quello di Lan, che veleggia silenziosamente tra scuola e famiglia fino all’irruzione nella sua vita di Nam. Anche lui adolescente, Nam non è nato in Francia, ci è arrivato da profugo, uno dei tanti boat people che ogni anno abbandonano il Vietnam per sfuggire all’oppressione del regime e cercare fortuna in un altro universo. Nam e Lan si legano di un affetto assoluto, asimmetrico perché lei cede all’amore e lui resiste in un ambito più fraterno.
Sullo sfondo delle loro interminabili passeggiate, delle chiacchierate, degli scambi di libri e dei film visti al cinema, un paese, il Vietnam, che per Lan aveva avuto, fino all’incontro con Nam, i contorni mitologici tracciati dai racconti dell’adorata nonna. Gli stessi racconti che Nam conosce bene, e che fanno da cornice a quest’amicizia adolescenziale segnata, sin dal suo esordio, dalla nostalgia della perdita. La perdita di un paese, ma anche la perdita del mondo sospeso dell’adolescenza, che sembra infinito e definitivo quando viene vissuto, ma che dura un attimo. “Non era di un’improbabile eredità che ero assetata, ma dei suoni, degli odori, dei colori che dessero corpo a un nome astratto: Vietnam”: per questo Lan si disseta voracemente alla sorgente offerta dai racconti di Nam, talmente fresca e pura da nascondere gli incubi del passato, i drammi di una giovane esistenza a cui il ragazzo cerca di dare un senso ricorrendo al mito.
In questo folgorante romanzo d’esordio Minh Tran Huy, come la protagonista nata in Francia da genitori vietnamiti, sceglie di percorrere i sentieri della narrazione per affrontare il tema del disagio delle cosiddette “seconde generazioni” e del loro difficile rapporto con le origini. Assenti dal romanzo i luoghi comuni sull’identità, che non può essere statica e definita una volta per tutte, ma che è sempre – e non solo per i figli di migranti – un processo fatto di vita vissuta, di relazioni, di passato e di futuro.
Autore: Minh Tran Huy
Titolo: La principessa e il pescatore
Editore: 66thand2nd
Pagine: 189
Prezzo: € 15,00