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‘Malamore’, uno spettacolo per le donne

L’attrice porta nei teatri uno spettacolo che parla di donne e dolore, amore, coraggio e sopravvivenza. E non teme di esporre il suo pensiero riguardo la condizione femminile in Italia

Lucrezia Lante della Rovere
AP

C’è bisogno di parlare alle donne e con le donne, non si può continuare a considerarle con l’immagine che emerge dalla televisione (sotto un tavolo per esempio) né tantomeno come giovani arrampicatrici disposte a vendersi al potente di turno, vantandosi quasi fosse un ‘privilegio’. Questo è il messaggio che Lucrezia Lante della Rovere ha lanciato ad Annozero, dove è intervenuta per dire la sua sul tema più attuale: quello, appunto, della condizione femminile e della sua rappresentazione nell’Italia di oggi, che lei non esita a definire una ‘pornocrazia’.

Non è certo una ramanzina sulla moralità e sul candore quella di Lucrezia Lante della Rovere, attrice che in più di un’occasione non ha esitato a spogliarsi davanti all’obbiettivo per servizi giornalistici. Non vuole dire alle donne ‘dovete diventare caste e pure’, non punta il dito contro le escort, come qualcuno, madre compresa, le ha criticato. L’attrice cerca invece di affermare il bisogno di tornare a riflettere sul ruolo femminile e sul modo in cui viene rappresentato, che è troppo spesso umiliante e degradante. Sottolinea come il problema non sia quello che una donna decide – liberamente – di fare col suo corpo e la sua vita, ma l’etichetta che le viene appiccicata addosso e che la catapulta in una serie di stereotipi offensivi e mortificanti.

Insomma, bisogna parlare alle donne e agli uomini, e il miglior mezzo per dialogare con la gente è spesso l’arte: lo ha fatto Raffaella Zanardo con il documentario ‘Il corpo delle donne’, Michela Marzano con il libro ‘Sii bella e stai zitta’, e oggi Lucrezia Lante della Rovere lo fa con il suo tour teatrale.

Lo spettacolo che l’attrice porta in giro per le province grandi e piccole d’Italia si intitola ‘Malamore’ ed è tratto dal libro omonimo di Concita de Gregorio, sottotitolato ‘Esercizi di resistenza al dolore’, regia di Francesco Zecca. L’opera vuole rappresentare, attraverso diversi personaggi, il legame che, volente o nolente, la donna ha stretto con il dolore: come avvenimento naturale, dal ciclo mestruale al parto, ma anche come dolore inflittole dalla società, dal proprio uomo, da destini segnati dall’umiliazione e dalla sofferenza, dall’amore, dalla vita che è una lotta per la sopravvivenza. Uno spettacolo coraggioso, che la bella attrice, che parteciperà alla manifestazione del 13 febbraio, porta in giro per l’Italia per stimolare una riflessione e indurre ad un dialogo con le donne, per le donne, fra le donne, e con gli uomini che le circondano, naturalmente.

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