E’ ancora una destinazione poco conosciuta ed è raro incontrare, anche tra i grandi viaggiatori abituati a visitare angoli remoti, chi possa dire di essere stato in Angola, ex colonia portoghese. Questo paese, infatti, è stato purtroppo travagliato da una guerra civile durata quarant’anni, terminata solo nel 2002. Grande quattro volte l’Italia e ricco di importanti giacimenti di gas, petroli, diamanti, ferro e altri minerali, gode di una florida agricoltura favorita da un buon clima e dall’abbondanza di acqua e regala ottime possibilità di pesca lungo i 1600 km di Costa Atlantica.
Il sud dell’Angola è molto somigliante alla regione del Kakoland della Namibia, stato confinante ma molto più frequentato dai turisti anche per le ottime strutture ricettive di cui dispone. Vi si trova un altopiano interno verdeggiante con clima tropicale secco ad una altitudine tra i 700 ed i 1000 metri, una catena montuosa ad occidente con cime oltre i 2000 metri che scende con una ripida scarpata su una pianura costiera semidesertica, con le dune che si smorzano sull’Atlantico. Un panorama variegato, dunque, e per questo ancora più ricco di fascino.
ANGOLA, QUESTA SCONOSCIUTA: LE FOTO
Anche le popolazioni sono le stesse della Namibia, cioè i gruppi di cacciatori boscimani, rimasti piuttosto arretrati, gli agricoltori ottentotti, i pastori herero che si riconoscono grazie agli incredibili abiti ottocenteschi in stile europeo delle loro donne e gli himba, la popolazione nomade ancora radicata ai tempi preistorici, con donne che abitano seminude in capanne di rami e paglia, dal corpo spalmato di grasso e di argilla rossa adornato da monili di ferro, osso e conchiglie. Nonostante la natalità sia piuttosto alta, la media è di 7 figli per ogni donna, l’Angola appare come paese spopolato con una densità di soli 8,6 abitanti per kmq. La motivazione va ricercata nel passato, in quanto è stato il paese che ha dato il maggiore contributo allo schiavismo americano: quando, nel 1830, lo schiavismo cessò, l’Angola era quasi completamente svuotata.
Lubango è la principale città del sud, caratterizzata dall’architettura portoghese. E’situata sul verde e temperato altopiano punteggiato da manghi e baobab, con un percorso mozzafiato si scende un dislivello di 2000 metri fino all’oceano, fronteggiato da aride savane. Verso sud, dove inizia a prevalere il deserto, si raggiunge la stupenda e incontaminata Baia dos Tigres, dove enormi dune striate si tuffano nell’Atlantico disseminato di relitti arenati, tra i quali nuotano i delfini, obbligando le vetture a procedere sulla stretta battigia, tra un’onda e l’altra, occupata da una miriade di uccelli marini. Si arriva poi alla foce del Kunene, fiume in uscita da un canyon che segna il confine con la Namibia, per entrare nel misconosciuto e selvaggio Parco Nazionale di Iona, abitato da branchi di orici, gazzelle, struzzi e zebre e da pastori nomadi himba.
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