La capitale della regione australiana di Victoria dal 20 al 31 luglio accende i riflettori sul design e sulla sua produzione ospitando la VII edizione di State of Design, il più innovativo e importante festival che il paese dedica alla progettualità in tutti i campi. Non è un caso che proprio a Melbourne sia nata l’iniziativa di una manifestazione con eventi, workshop e mostre, tutti incentrati sulle innovazioni nel design. Qui infatti – nella più eclettica ed “europea” città del Quinto Continente – più che altrove il multiculturalismo, che da sempre caratterizza l’Australia, ha trovato nella ricerca dell’estetica, nella sperimentazione e nella compatibilità ecologica delle opere la propria personale vocazione trasformando la città in una fucina creativa in continua lavorazione.
State of Design non è altro perciò che la manifestazione di ciò che “bolle” nella “pentola” di Melbourne, grazie all’ingegno e alla vitalità delle giovani menti che da queste parti hanno l’opportunità di inventarsi e inventare. Il tema di quest’anno sarà il Design that moves, ovvero tutto ciò che creato crea a sua volta mobilità e interazione, movimento ed emozione. Perché nella metropoli famosa in tutto il mondo per la convivenza di diverse culture, dove accanto ad antichi edifici sorgono grandi opere della più moderna architettura, vicino ai laboratori artigianali si trovano le boutique di griffe internazionali e la cucina si esprime sotto forma di una variegata offerta di ristoranti e locali, il prodotto di design non è solo una questione di armonia di linee e gioco di funzionalità, ma soprattutto un valore sociale ed eco-compatibile che nella sostenibilità trova la sua massima espressione.
Secondo Paul Jones – architetto dello studio Bates Smart, tra i principali artefici dell’innovazione urbana di Melbourne – l’estetica dei palazzi e delle case rispecchia il tessuto urbano di una città fatta di reticolati di piccole vie e la loro bellezza non sarebbe apprezzabile se non ci fosse rispetto per l’impatto ambientale con il riciclo dei materiali, la ventilazione naturale e il recupero dell’acqua. Mentre per la collega – vincitrice di numerosi riconoscimenti internazionali – Simone LeAmon la sostenibilità del design stimola l’uso di materie locali e l’economia stessa della città.
E non potrebbero non essere d’accordo con i loro “insegnanti” gli artisti e i creativi in erba, come la giovane Lisa Vincitorio (che ha lavorato anche con il marchio italiano Alessi) per la quale l’amore per l’ambiente unito al mix di culture e al tocco originale che solo la gente di di qua sa dare rendono il design made in Melbourne unico e inconfondibile.
Indirizzi utili
Cottage Industry – 67 Gertrude St. Fitzroy, Melbourne
Un laboratorio dove è possibile trovare borse, biancheria per la casa, piccola oggettistica tutta realizzata riciclando materiali vintage, all’insegna della completa sostenibilità.
The Social Studio – 128 Smith St, Collinwood, Melbourne
Un fashion studio dove la componente etica e sociale gioca un ruolo chiave. Grace McQuilten, la fondatrice, insegna a giovani immigrati (specialmente africani) il lavoro del fashion designer, utilizzando materiali riciclati o scarti di grande aziende. I risultati sono stupefacenti ed esprimono un animo etnico ed allo stesso tempo assolutamente moderno e contemporaneo. The Social Studio è sicuramente una delle realtà più significative nel panorama del fashion design di Melbourne ed espressione di uno spirito di innovazione e collaborazione unico nel suo genere.
www.visitmelbourne.com/it
www.stateofdesign.com.au
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