Un trekking incredibile e unico che accompagna gli escursionisti più esperti attraverso cale, falesie, grotte, fiumi e macchia mediterranea. Sei giorni di un’affascinante avventura e di intense emozioni tra montagne, secolari boschi di leccio, mastodontici archi, mare, vecchi ovili e panorami mozzafiato lungo gli antichi sentieri di carbonai e pastori.
L’escursione della durata di alcuni giorni attraverso le bellissime Cale della costa sarda, dormendo nei tipici ovili del posto o direttamente in spiaggia, è una occasione unica per vivere la natura più selvaggia ed incontaminata della costa del Baunei. Impervi sentieri ed ingegnose scale in ginepro, faranno innamorare tutti i visitatori di quest’incantevole soggiorno tra i panorami mozzafiato ed un mare di rara bellezza.
Alcune autorevoli penne l’hanno descritto come il “Il trekking più difficile d’Italia”. Effettivamente le elevate difficoltà tecniche, dovute ad alcuni brevi tratti di arrampicata, alle calate in corda doppia ed alla costante assenza di acqua, rendono questo lungo itinerario unico nel suo genere in tutta la penisola. Il periodo più indicato per vivere quest’incredibile avventura nel migliore dei modi è proprio la primavera.
Il territorio di Baunei è uno splendido connubio di mare e montagna, con i suoi 40 chilometri di bastioni e falesie calcaree a picco sul mare, intervallati da piccole calette. La costa si estende da Santa Maria Navarrese a Cala Luna e citando le più rinomate località, incontriamo: la Guglia di Pedra Longa, Capo Montesanto, Portu Quau e Portu Pedrosu, Cala Goloritzé, Ispuligidenie (Cala Mariolu), Cala Biriala, Cala Sisine e Cala Luna. Elevata è inoltre la presenza di splendide grotte e voragini, ubicate sia nell’entroterra che lungo la costa, sia sotto che sopra il livello del mare.
Il trekking è stato ideato negli anni ’80 da due alpinisti italiani, Mario Verin e Peppino Cicalò che per primi, affascinati dalla bellezza selvaggia di questi luoghi, hanno faticosamente percorso tratti di sentieri dei pastori e di antiche mulattiere di fine ’800, unendole con percorsi cercati e scoperti a fatica tra i calcari e la vegetazione. Il risultato è un itinerario di cinquanta chilometri che tra cale e mulattiere, partendo da Pedra Longa, arriva sino a Cala Sisine.
La guida “Il sentiero Selvaggio Blu”, di Corrado Conca, è composta da 96 pagine ed oltre alla parte introduttiva, dove vengono fornite le informazioni ed i suggerimenti necessari per pianificare il trekking, ogni singola tappa viene descritta passo dopo passo. Informazioni sui tempi, dislivelli, vie di fuga, e tutto ciò che potrà tornare utile all’escursionista, vengono dettagliati tra le pagine del libro.