Mangiare bene. E soprattutto italiano. Lo slogan è quello dello store più visitato al mondo (addirittura più del MoMA), quello che vede 24 filiali in giro per il mondo e che ora sta per aprire nuovi battenti a Milano; si tratta di Eataly, il secondo “tempio del gusto” meneghino che verrà inaugurato il prossimo 18 marzo e che questa volta unirà al cibo il teatro.
In piazza XXV Aprile, nella sede dell’ex Teatro Smeraldo, Oscar Farinetti manterrà lo storico palco che ha visto esibirsi una giovanissima Mina, il primo Celentano o la mitica Josephine Baker. E su cui si sono avvicendati milanesi doc come Giorgio Gaber, Gino Bramieri o Ornella Vanoni, grandi cantanti italiani come De Gregori o Paolo Conte, internazionali come Bruce Springsteen, Bob Dylan e Ray Charles. Un luogo che non ha intenzione di cancellare dalla memoria di grandi della musica italiana e non, ma che tiene ben presente l’importanza del cibo strettamente legato al territorio. I prodotti saranno per la maggior parte milanesi, selezionati da mesi di ricerca in quello che è considerato il secondo circuito agroalimentare per produzione.
Una nuova formula quella del nuovo Eataly Smeraldo che segue la scia del connubio libri-cibo di Firenze e che questa volta si dirige verso al musica che continuerà a risuonare nello store con esibizioni dal vivo. E mentre si godrà di concerti, letture e cabaret sarà possibile gustare un “grande risotto alla milanese” con le quattro S: sano, saporito, sodo e separato, o una “grande cotoletta”, serviti cercando di ricostruire la storia di questi due piatti tipici. I musicisti, gli attori e gli artisti sono invitati a proporsi inviando una mail a palcosmeraldo@eataly.it per salire sul palco che avrà forma semicircolare e sarà affacciato sull’interno del negozio in una posizione strategica di particolare visibilità. E sarà attrezzato per assicurare a pubblico e artisti un’esperienza acustica emozionante e senza compromessi.
Per quanto riguarda il cibo, nei 3.500 metri quadri della struttura lavoreranno alla partenza 300 persone (numero destinato a salire) che in perfetto stile Eataly saranno distribuite tra bar, negozi, bistro, enoteche, self service, fast food, ristoranti. Un percorso studiato per esaltare la maggior parte dei prodotti lombardi e gli alimenti sani che secondo la filosofia di Farinetti devono essere difesi dal danno della contraffazione agroalimentare con un marchio unico per il cibo italiano.
I cittadini del mondo devono riconoscere quello che è italiano e Farinetti lo sa bene: «Abbiamo un marchio da difendere ed espandere: l’italianità. Nell’alimentare, per esempio, il 90% dei prodotti che sfruttano il nome Italia sono imitazioni spesso di pessima qualità, perché basta fare il nostro nome per vendere», afferma il patron di Eataly in un’intervista a Vanity Fair. Il nuovo negozio di Milano conterà quattro piani, 12 punti di ristorazione per ogni budget e il ristorante Alice Gourmet, tutti affacciati sul palcoscenico.
La seconda sede Eataly di Milano (un corner è in piazza Cinque Giornate) rappresenta un altro traguardo di orgoglio tutto italiano. Farinetti, in passato leader della grande distribuzione elettronica, è oggi l’ideatore del più grande e rappresentativo mercato enogastronomico italiano, il cui motto è «Mangi bene, vivi meglio». E gli italiani non rinunciano alla qualità dell’alimentazione. Anche in tempi di crisi.