Vivere in città ha sempre i suoi pro e contro. Bello sì essere in una situazione dinamica e frizzante dove tutto, o quasi, è a portata di mano tra negozi, ristoranti, uffici, locali e mille ed una attrazioni ma, chi ama il verde, spesso si trova sacrificato e deve accontentarsi di pochi spazi dove poter prendere una boccata d’aria fresca.
Un’idea innovativa e di grande successo viene da Shenzhen, una moderna realtà ubicata nel sud della Cina, un’area industriale pronta a sorprendere con il progetto firmato dall’architetto Thomas Chung che, in collaborazione con Tris Kee e Chi Fai Fung, ha riqualificata una zona dimessa, quell’area un tempo occupata dalla fabbrica di vetro Guangdong Float Glass Factory che, oggigiorno, si presenta come un nuovo modello di agricoltura urbana.
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Si chiama Value Farm e fa parte della Shenzhen Biennale di Hong Kong By-city di UrbanisticaArchitecture 2013 un piano che, ispirandosi alle fattorie sui tetti fiorenti di Hong Kong, ha portato alla nascita di una piccola fattoria di 2.100 mq, un terreno che ha conservato dalla precedente struttura molte delle sue originali caratteristiche, come le vecchie mura, gli alberi e i canali per l’irrigazione, andando però ad aggiungere un tocco di modernità.
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Si tratta di una proposta di successo accolta positivamente, e con grande entusiasmo, da tutti i locali spronati a partecipare in maniera collettiva a questa novità in grado di fornire piante commestibili per il proprio sostentamento e, allo stesso tempo, si rivela uno spazio dinamico in quanto, puntualmente, vengono organizzati eventi di ogni tipo come rassegne del gusto, percorsi gastronomici, servizi fotografici, semine e raccolti, il tutto finalizzato a riavvicinare le persone alla terra recuperando quel primordiale rapporto spesso dimenticato.
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Value Farm, sebbene si trovi ancora a muovere i primi passi, si è rivelato un esperimento funzionale tanto da avere le potenzialità di trasformarsi in un vero e proprio modello da poter esportare in altre comunità urbane sparse in tutta la Cina, da non dimenticare che si tratta del paese più popoloso del mondo e trovare una soluzione, ecologica, in grado di assicurare un’alimentazione sana, sicura e sufficiente per tutti.
