Sono abiti e capi che pur non essendo nuovi conservano un fascino particolare e una personalità unica: gli abiti vintage, appartenuti a nonne o dame del passato, ricercatissimi e amatissimi. Oggi, una mostra promossa dalla Camera di Commercio di Prato, ne celebra il valore. “Vintage. L’irresistibile fascino del vissuto” espone a Prato dal 7 dicembre al 30 maggio, presso il Museo Del Tessuto, tutta la storia del fashion vintage. L’esposizione organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato (Camera di Commercio di Prato, Comune di Prato, Provincia di Prato) in collaborazione con Cassa di Risparmio di Prato, SAPERI srl e Banca Popolare di Vicenza, compie un salto nel passato per frugare nell’armadio delle antenate, che di stile se ne intendevano parecchio. Un armadio virtuale è stato reso disponibile grazie alla collaborazione con ANGELO Vintage Archive e con la sinergia della Vice Presidenza di ACTE Italia (Associazione delle Città Tessili Europee), per abiti preziosi dalla foggia inconfondibile.
In effetti basta guardarsi intorno per accorgersi di quanto la tradizione del vintage sia presente. Dai mercatini agli Swap party, il ritorno dell’antico sembra essere il vero strumento moderno per trovare capi originali. La mostra cerca quindi di capire il punto di svolta e le motivazioni della nascita di un fenomeno che non si limita a riportare in vita capi e stili passati, ma è capace di elaborare stili e diventare prassi anche nelle maison più quotate. Filippo Guarini, Direttore del Museo del Tessuto di Prato descrive il lavoro svolto per la mostra: “Questo è un appuntamento importante che corona oltre un anno di studi e ricerche. L’ubicazione a Prato è stata ovvia e naturale: è dalla seconda metà dell’800, e in maniera ancora più specifica dagli anno ’50 in poi, che la città offre una grande disponibilità di abiti usati. Un modo per far conoscere ai più questo ruolo di grande importanza“. Mentre Daniela Degl’innocenti, Conservatrice del Museo del Tessuto di Prato, ha definito l’esposizione “Un percorso estremamente articolato, letto e interpretato da molte angolazioni: culturale, economico e sociale, per una mostra che intende ricostruire e raccontare questo fenomeno per sopperire alla mancanza di un punto di vista storico“. Si parte dall’origine del riciclo dei tessuti, fino ad arrivare agli anni ’70 dove iniziano ad apparire i primi magazzini dell’usato, quando gli stilisti utilizzano gli archivi delle maison per rivisitare lo stile aggiungendo la sensibilità contemporanea. Un progetto importante, un tuffo nel passato per cercare di tracciare i percorsi futuri della moda e della creatività.
Foto di Alessandro Moggio. Archivio A.N.G.E.L.O. Completo Issey Miyake. Anni Novanta. Poliestere plissettato.