Valerio Bispuri presenta “Paco“, lavoro di reportage fotografico sulle nuove dipendenze nel Sudamerica, esposto da venerdì 9 novembre presso gli spazi della b>gallery caffè di Roma. Cos’è il paco? Dietro a un nomignolo innocente si nasconde un droga pericolosissima e abusata. Detto anche PBC (pasta base de cocaina), il paco è un prodotto di scarto della lavorazione della cocaina che si è diffuso a partire dall’inizio degli anni novanta soprattutto nei quartieri periferici di Buenos Aires e in seguito, nelle favelas e nelle periferie di tutto il Sudamerica. Stordirsi pur di sopravvivere; questa la legge della strada, il diktat del paco.
Definito “la droga dei poveri” per il suo basso costo (una dose può costare meno di un dollaro), il paco è un prodotto di pessima qualità ed estremamente dannoso: lo scarto di lavorazione della coca destinata ai mercati europei e nordamericani viene mischiata con sostanze chimiche varie, cherosene, colla, veleno per topi, persino vetro in polvere, e distribuita nei quartieri più poveri dell’America Latina, dove i principali acquirenti sono i minorenni.
Valerio Bispuri si rende portavoce e testimone dell’inferno dei morti che camminano, dei consumatori di paco, dopo aver vissuto con loro, tra Argentina, Brasile e Perù. La mostra “Paco” fornendoci una documentazione senza pari su un fenomeno poco conosciuto ma non per questo meno allarmante; un fenomeno figlio della crisi economica che potrebbe espandersi anche nel mondo industrializzato e che getta le proprie basi sul terreno della sofferenza e della povertà. La mostra è curata da Marco Pinna e Daria Battilana.