I Mondiali di calcio, come ogni altro grande evento mediatico, portano con sé tanto entusiasmo da parte dei tifosi che non vedono l’ora di ritagliarsi 90 minuti di pura spensieratezza ma, allo stesso tempo, non è tutto così roseo, c’è anche chi non ha digerito alcune delle trovate pubblicitarie messe a punto per promuovere l’appuntamento calcistico.
Al fine di creare un spot divertente e a tema con la location che fa da contenitore, la Rai aveva pensato di vestire la statua del Cristo Redentore, icona della città di Rio de Janeiro, con la maglia numero 10 della Nazionale e, nello specifico, quella di Antonio Cassano: un’idea che, a quanto pare, non ha divertito ed entusiasmato proprio tutti.
L’Arcidiocesi di Rio, responsabile a tutti gli effetti dei diritti d’immagine della statua e del suo sfruttamento, sembra infatti non aver gradito il gesto ed ha etichettato la scena come qualcosa di blasfemo, tanto da avere disposto il divieto di mandare in onda quegli incriminati 30 secondi.
Secondo quanto dichiarato al quotidiano brasiliano “O Globo” dall’avvocato dell’Arcidiocesi Alexandro Maria Tirelli “è come se una tv brasiliana facesse uno spot con mulatte in atteggiamenti sconvenienti con i gladiatori del Colosseo”, l’impatto sarebbe della stessa entità.
Leggi anche Stranezze da Mondiale
Tanti sono stati negli ultimi tempi i tentativi da parte di società nazionali ed estere che desideravano vedere il celebre Cristo come protagonista dei propri spot, indossando prodotti riportanti il proprio marchio, richieste che però non sono mai state evase, tutte negate in quanto non si intende speculare su quello che si presenta essere un importante simbolo religioso per l’intero paese.
Starà ora a viale Mazzini provvedere al risarcimento dei danni che sarebbero stati quantificati intorno ai 15-21 milioni di reais ovvero 7 milioni di euro, cifre che, se mai fossero incassate, saranno devolute in opere di carità, questa la volontà dell’Arcidiocesi. Al momento non si hanno certezze sulle risoluzione del caso, quel che però è certo è che, non appena la notifica è arrivata in casa Rai, della pubblicità non c’è più traccia, è stata subito ritirata.
Leggi anche In fuga dai Mondiali: 5 mete senza televisore