Un tripudio di colori, la matericità della pittura, i volti e gli oggetti presi d’assalto dai pennelli, nascosti ed impastati col colore. L’arte dell’artista indonesiano Gede Mahendra Yasa si è sempre riconosciuta per queste caratteristiche, che lo rendono difficile da classificare come artista astratto o figurativo, andando di volta in volta in una direzione diversa. Ma è proprio questo che lo rende molto apprezzato sia nel mondo orientale che occidentale.
E adesso l’artista torna ancora una volta negli spazi della Galleria Primo Marella, a Milano, per proporre un viaggio personale nell’universo dell’arte occidentale, con la mostra “Painting for Painting’s Sake”. E ancora una volta l’artista stupisce, dimostrando la sua perizia tecnica e la conoscenza profonda del mondo della pittura. Una serie di dipinti che nascono con l’intenzione di confrontarsi con la storia dell’arte, indagando modalità pittoriche ed affrontando nuovi soggetti. Nascono così i ritratti alla Vincent Van Gogh o le tele astratte alla Jackson Pollock, o anche gli ironici quadri alla Piet Mondrian, in cui il colore netto e preciso dell’artista olandese si sporca con colature di colore e sfumature azzardate, dissacrandone l’arte ma muovendo anche al riso.
Rimangono inalterati il suo gusto del colore e la ricerca materica, ma la mostra è arricchita proprio dal confronto con i grandi maestri del passato, di cui Gede Mahendra Yasa si dimostra allievo attento ed innovativo, dimostrando di essere capace di affrontare qualsiasi tipo di stile. La sua capacità di giocare con la pittura ne dimostra la libertà espressiva e l’audacia, che non lo ingabbiano in uno stile ripetitivo, limite di molti pittori, che pur di essere vendibili rimangono sempre uguali a loro stessi.
Dal 9 novembre al 2 dicembre 2011
Primo Marella Gallery
Viale Stelvio, 66
Milano
Per informazioni:
www.primomarellagallery.com
Foto:
Family Tree 2 Van Gogh Bouyeri (dittico), 2011. Acrilico su tela, 100 x 75 ognuno