In questa rubrica si è spesso parlato di multimedialità e televisione crossmediale, cioè una tv che si mostra su varie piattaforme (una su tutte il web), andando oltre il piccolo schermo e, di fatto, superando se stessa. Sull’argomento, da stasera 3 novembre, e ogni giovedì, andrà in onda quello che è un esperimento mediatico inedito e provocatorio, soprattutto in tempi in cui tra scarsa qualità ed epurazioni, l’informazione (e gli informatori) non hanno una bella cera.
Ecco perché Servizio Pubblico, la nuova trasmissione di Michele Santoro, così orgogliosamente libera, ha la pretesa di informare “senza padroni, né padrini” e così diventa anche esperimento mediatico. La curiosità è tanta, ma non è qui né ora che si vuole parlare dei contenuti. Piuttosto è la modalità di trasmissione/fruizione che interessa. In che senso? Nel senso che Servizio Pubblico è una trasmissione (caso raro) in multipiattaforma, cioè che va in onda in “due tipologie” tv (dtt e Sky) e sul web.
Per tutte le informazioni in merito, lo staff di Santoro (Vauro, Ruotolo, Innocenzi, Bianchi, Travaglio) ha ideato uno spassoso promo in cui è proprio Silvio Berlusconi (formato vignetta animata) a presentare Servizio Pubblico.
Infatti, la prima puntata, intitolata “Scassare la Casta” andrà in onda nel web, in diretta streaming sul sito dedicato, dove tra l’altro è stata lanciata la sottoscrizione a sostegno della trasmissione (con il claim “10 euro di Tivvù”) dai risultati clamorosi (oltre 900.000 euro raccolti); sul sito de Il Fatto Quotidiano, www.repubblica.it e www.corrieredellasera.it e il canale Youtube della trasmissione.
Invece, per vedere la trasmissione in tv, due le opzioni: sintonizzarsi ai canali 100, 500 o 504 di Sky oppure sul dtt nei canali regionali (si rimanda al sito per l’elenco completo).