IL LOOK. Luciana Littizzetto è più di un personaggio, è un atteggiamento. Le casacche dal taglio geometrico in colori vivaci, colonne portanti dei suoi outfit televisivi, esprimono una portatrice sana di ironia tagliente. La valletta di Sanremo 2013 è insensibile a qualsiasi performance che non accolga in sé il dogma posto alla base delle forme assolute di talento: praticare un’espressione di anarchia creativa. Senza regole e senza limiti. In questo, gli abiti scelti dall’artista, stravaganti nelle tonalità invece che nel taglio, e la postura, volutamente incerta sui tacchi alti, rispecchiano un’incoscienza puerile. Luciana, detta Lucianina, è una bambina dispettosa che non ha ancora obbedito, non è detto che lo farà, al comando interiore di provenienza edipica: “Questo no, questo non si tocca”. E quindi tutto del mondo esterno può essere filtrato attraverso un’ironia impietosa. La comica non è però immune a lampi di eccentrico protagonismo. Ne sono la conferma i vistosi orecchini che ama indossare, luminosi e oversize, e il piumino rosa fluo, scelto per offrirsi ai fotografi dopo l’esordio sul palco dell’Ariston.
LO STILE. Il personaggio Littizzetto, incarna il robusto atto di resistenza della normalità, che si scherma con la parodia per difendersi dai cliché. Se essi appaiono distanti, è l’artista, con l’aiuto del gioco linguistico, a renderli più digeribili per tutti. Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, diventa Napisan, sapone conosciuto da ogni massaia, materia comune di ogni madre di famiglia. E non solo. Per la Littizzetto è fondamentale ironizzare sul mondo dei poteri forti e dello show business. Per riuscire nello scopo ha bisogno di abiti comodi, come la maxi casacca bianca con dettagli preziosi sullo scollo, indossata nel duetto con Carla Bruni durante il Festival sanremese. Si tratta di scelte stilistiche che anche su un palco formale, le permettono di realizzare un uragano di sarcasmo e cattiveria senza vincoli di spazio o etichetta. In condizioni tali l’artista rompe, anche con il linguaggio del corpo, ogni convenzione. Finalmente libera di vomitare battute fulminanti senza vacillare; nemmeno quando è in bilico su un paio di altissime zeppe firmate Rizieri.