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Dolci etici: le Zeppole di San Giuseppe vegan

Tra i dolci tipici di questo periodo ci sono le golosissime Zeppole di San Giuseppe: una ricetta per farle in casa senza derivati animali

Zeppole di San Giuseppe

Da Carnevale in poi le vetrine delle pasticcerie si sono riempite di prelibatezze ultra-caloriche ma davvero irrinunciabili, almeno una volta ogni tanto. Con la fine delle feste mascherate è ufficialmente cominciata la maratona dei dolci di San Giuseppe, quelli che si preparano in previsione della festa del papà il 19 marzo, e tra essi si ritagliano un posto d’onore le zeppole, che in questo periodo diventano Zeppole di San Giuseppe. Solitamente preparate con l’ausilio (abbondante) di burro e uova, vogliamo darvi un’alternativa animal-friendly e più leggera, ossia le zeppole vegan. E’ un errore pensare che i dolci preparati senza derivati animali siano restrittivi e poco golosi: in realtà rimpiazzando gli ingredienti con preparazioni vegan si ottengono leccornie da far leccare le dita anche alla nonna più tradizionalista!

Ma a proposito di tradizione, cosa sono le zeppole? Non tutte le regioni d’Italia si dedicano alla preparazione di questa delizia fritta. La zeppola è infatti figlia della tradizione pasticcera del sud, con leggere variazioni da regione a regione, ma in linea di massima si tratta di una ciambella fritta (a volte un bignè) nell’olio d’oliva (a volte strutto) e arricchita di crema pasticcera (a volte anche marmellata, ricotta oppure nulla). Spesso si decora con un’amarena in cima. Ecco la versione vegan (fonte: www.greenme.it), da preparare con pasta madre (il lievito naturale, ottenuto da un impasto fermentato).

Fate lessare mezzo chilo di patate e una volta cotte sbucciatele e schiacciatele. Versate 500 grammi di farina in un contenitore capiente e amalgamatela con 120 grammi di pasta madre e 60 grammi di zucchero di canna. Impastate il composto con le patate schiacciate, la scorza di un limone grattuggiato, una presa di sale e un bicchiere di latte di soya (o riso, avena). Ricavate un composto liscio ed elastico, e lasciatelo lievitare per 8-10 ore ben coperto e a temperatura ambiente regolare. Trascorso questo tempo, stendente l’impasto su una spianatoia, e tagliate dei cordoncini che chiuderete in modo che formino delle ciambelle, poggiateli su carta da forno e lasciate ancora riposare per altre 3 ore coperti da un telo.

Finché aspettate la seconda lievitazione, preparate la crema pasticcera. Anche qui, vi proponiamo la versione vegan: grattugiate un baccello di vaniglia in 300ml di latte di soya (o riso), oppure aggiungetevi una punta di vanillina. Mettete in un pentolino 3 cucchiai di fecola di patate (o maizena) e un cucchiaio scarso di farina, stemperando con due cucchiai di olio di semi. Una volta che il composto è liscio e senza grumi, accendete il fuoco aggiungendo il latte vanigliato, sempre mescolando bene. Nel processo di cottura aggiungete la scorza di mezzo limone grattugiata. Fate sobbollire lentamente finché si sarà addensata, e se volete un colore più intenso aggiungete una puntina di curcuma (pochissima).

Tornate ora alle zeppole, che nel frattempo si saranno gonfiate, e gettatele in abbondante olio per friggere (in alcune regioni si usa quello d’oliva, in altre di semi, scegliete a vostro piacimento). Una volta dorate da entrambi i lati, lasciate asciugare su carta da forno, e quando saranno fredde guarnite con la crema pasticcera, magari mettendola nel sac a poche. Se vi piace, aggiungete un’amarena, o la marmellata di amarene. Volendo, anziché mettere la crema sopra la zeppola, tagliatela a metà come un panino e farcite l’interno.