Purtroppo l’8 marzo finisce sempre per essere una giornata in cui si elencano i dati di una delle tragedie più irrisolte e agghiaccianti del genere umano, quella della violenza contro le donne. In particolare oggi è il caso di accendere i riflettori sui numeri incredibilmente allarmanti che riguardano la violenza sui minori: ecco che la festa della donna diventa un’occasione per parlare e sensibilizzare sul tema della difesa delle bambine. Le bambine nel mondo continuano a subire costanti violazioni dei diritti e discriminazioni: ci sono paesi dove nascere femmina è in partenza uno svantaggio, che garantisce un minore accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria, al nutrimento, per non parlare delle forme di sfruttamento a cui venire sottoposte.
Terre des Hommes, organizzazione che si occupa di protezione dei bambini nel mondo, ha lanciato la campagna Indifesa, con l’obbiettivo di sensibilizzare il grande pubblico e le istituzioni italiane sul tema della discriminazione di genere e raccogliere fondi per finanziare progetti. Tra questi, progetti di prevenzione e contrasto di alcune delle forme discriminatorie più insidiose e crudeli, come le ‘bambine domestiche’ in Perù, le ‘spose bambine’ in Bangladesh, le ‘mamme bambine’ della Costa d’Avorio, le ‘bambine salvate dall’infanticidio’ in India, la prevenzione degli abusi in Italia.In questi giorni presente alla 57esima sessione della Commissione Onu sulla condizione femminile, Terre des Hommes snocciola dati agghiaccianti: l’OMS stima che almeno 150 milioni di ragazze nel mondo abbiamo subito abusi sessuali; 88 milioni di bambine lavorano come schiave; 16 milioni di adolescenti partoriscono in condizioni di pericolo per la loro vita. Nel 2012 si è registrato un aumento degli abusi sessuali anche in Italia: non pensiamo che la questione riguardi solo i paesi in via di sviluppo. La campagna Indifesa si può sostenere con una donazione, trovate sul sito ufficiale le indicazioni.
Anche Unicef si mobilita per la tutela delle bambine in occasione dell’8 marzo, facendo il focus sui matrimoni precoci. La campagna Bambine, non spose, evidenzia come nei paesi in via di sviluppo (Cina esclusa) una ragazza su tre si è sposata prima dei 18 anni: l’infanzia negata è una realtà che si trovano a vivere circa 14,2 milioni di minori ogni anno. «Il matrimonio precoce» afferma Giacomo Guerrera, presidente Unicef Italia «è una violazione dei diritti umani fondamentali e influenza tutti gli aspetti della vita di una ragazza: nega la sua infanzia, compromette l’istruzione limitando le sue potenzialità, mette in pericolo la sua salute e aumenta il rischio di essere vittima di violenze e abusi». Sono almeno 50 mila ogni anno le giovani che muoiono per complicazioni legate alla gravidanza o al parto, e le probabilità che un bimbo nato da una madre con meno di 18 anno muoia entro il primo anno di vita sono altissime (il 60% in più). Sempre secondo i dati Unicef, i matrimoni precoci negli ultimi anni sono diminuiti, ma sono ancora troppo diffusi in molte zone rurali e nelle comunità povere. E’ necessario che queste bambine abbiano accesso all’istruzione, perché solo attraverso gli studi possono diventare consapevoli, avere opportunità di lavorare o comunque di provvedere alla crescita sana dei figli.
Gli hashtag da diffondere sono #indifesa e #8marzodellebambine, perché queste importanti campagne vengano conosciute e sostenute.