Non bisogna necessariamente visitare le grandi metropoli o le città più battute dal turismo di massa per vedere grandi mostre che ospitano interessanti opere d’arte: spesso sono le realtà più piccole a proporre al meglio esposizioni di artisti che rischierebbero di essere dimenticati. E’ il caso di Forlì, in Emilia Romagna, l’antica Forum Livii fondata dai Romani nel II secolo a.C. lungo la Via Emilia.
Oggi la città è la capitale della Romagna di mezzo, quella zona circondata dalle terre dei Malatesta che arrivano fino al mare e da quelle che portano all’Appennino. Piazza Aurelio Staffi è una delle più grandi d’Italia: il Palazzo Comunale, quello delle Poste e la Basilica-Abbazia di San Mercuriale rincorrono diverse epoche storiche. San Mercuriale è il monumento più insigne di Forli con la sua facciata in mattoni, il portale marmoreo, e il campanile romanico. Il centro è un insieme di vicoli, porticati e piazze che svelano architetture rinascimentali, barocche e neoclassiche.
Per chi ama l’arte e la cultura una tappa indispensabile è il Museo di San Domenico, che dal 28 gennaio al 17 giugno ospita una mostra dedicata ad Adolfo Wildt, genio dimenticato del Novecento italiano. Si è voluto scommettere su questo personaggio, tra i più sofisticati e colti del secolo scorso, per cercare di restituirgli la popolarità che merita grazie ad un’esposizione completa e di grande qualità. La grande arte di Wildt viene messa a confronto con i capolavori di maestri del passato che per lui furono sicure fonti di ispirazione come Fidia, Cosmè Tura, Antonello da Messina, Dürer, Pisanello, Bramante, Michelangelo, Bramantino, Bronzino, Bambagia, Bernini, Canova, e con i moderni con cui si è originalmente confrontato tra cui Previati, Mazzocutelli, Rodin, Klimt, De Chirico, Morandi, Casorati, Fontana, Melotti.
La più grande retrospettiva mai realizzata su Wildt offre quindi richiami e confronti puntuali, diretti ed evidenti ed è anche una sequenza di capolavori mozzafiato. I temi del mito e della maschera sono quelli da lui privilegiati, che gli consentirono di dialogare anche con la musica e la letteratura contemporanea, da D’Annunzio a Pirandello. Tra i capolavori più famosi i magnifici busti colossali di Mussolini, Vittorio Emanuele III, Pio XI e tanti eroi di quegli anni.
Estraneo al mondo delle avanguardie ed anticonformista, capace di fondere nella sua arte classico e anticlassico, Wildt è un caso unico nell’arte, con la sua incredibile eccellenza tecnica, lo straordinario eclettismo, le scelte formali caratterizzate da richiami gotici ed espressionisti estranei alla tradizione mediterranea.
Informazioni
www.mostrawildt.it
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