Tre donne su dieci si pentono di essersi rifatte il seno a causa della perdita della sensibilità della pelle (relativamente a quell’area specifica) dopo l’intervento: un dato che forse si lega al crollo delle operazioni di mastoplastica additiva, scese al quarto posto nella classifica dei “ritocchi” più frequenti. Per scoprire l’insoddisfazione che colpisce chi si sottopone all’intervento per aumentare le dimensioni del petto, Amin Kalaaji, un chirurgo plastico norvegese, ha condotto una ricerca sulla qualità della vita di 97 donne dal seno rifatto da circa tre anni. Lo studio, pubblicato sulla rivista Aesthetic Surgery Journal, ha dimostrato che il 27 % delle donne non era affatto felice con il seno nuovo, insensibile al tatto. E’ vero che il restante 73 % si dichiara entusiasta della nuova silhouette, ma i dati parlano chiaro, un seno grande non è più così ambito, merito forse anche dello scandalo delle protesi Pip. Ciò che invece viene oggi richiesto ai chirurgi plastici è soprattutto uno sguardo più giovane: la blefaroplastica è l’intervento più diffuso insieme alla liposuzione; in aumento anche i trapianti di capelli.
Più magri e più giovani dunque, ma con un seno nella norma. L’acido ialuronico e il botulino vanno alla grande, sempre più utilizzati;mentre la chirurgia plastica ha registrato un calo rispetto al 2011, riflettendo la situazione di crisi in cui il Paese è immerso, la medicina estetica è infatti in ascesa. Nel complesso gli italiani rimangono molto attenti alla cura del proprio aspetto fisico, ma sono più disposti a spendere per piccole modifiche che attenuino rughe e snelliscano la figura, più che per drastici e definitivi rimodellamenti del proprio corpo. Infine, sono decisamente in aumento i rimedi “naturali”, come i cosmetici composti con ingredienti biologici, dai risultati magari meno evidenti e immediati ma sicuramente meno rischiosi.