Dove castiga i fotoritocchi: l’operazione Beautify ha messo in evidenza le ripetute modifiche che art director, grafici e photoeditor attuano sulle immagini di modelle e testimonial di prodotti cosmetici prima di proporcele in riviste e giornali, modificando la nostra percezione della vera bellezza. Caricando sui siti di programmi gratuiti frequentati dagli esperti del settore un ‘azione di Photoshop denominata “Beautify” che prometteva di dare il tocco finale a foto glamorous di donne già irrealmente belle, il noto brand ha smascherato il trucco: in realtà l’azione applicava il comando Ripristina, che eliminava tutti gli interventi effettuati sulla fotografia. Con quest’operazione, si può scoprire quanto e come vengano rimodellate immagini per veicolare un’idea della perfezione femminile che stona con la generale bellezza delle donne vere, che non usano questi trucchetti per i propri scatti.
Dove ha giustificato questo scherzo spiegando che i fotoritocchi minano l’autostima di tante donne, con conseguenze a volte estremamente negative soprattutto per le giovanissime che si sottopongono a diete estenuanti e a operazioni chirurgiche pericolose e costose pur di assomigliare alle loro eroine nelle pubblicità di profumi e make up.
Da sempre Dove invece propone testimonial “vere”, sorridenti e in carne, dal fascino innegabile pur con qualche difettuccio fisico qui e lì. Perché la bellezza è nell’occhio di chi guarda. L’appello “don’t manipulate our perceptions of real beauty. @DoveCanada #DovePositiveChange" è quindi rivolto a chi, per mancanza di fantasia, vuole omologare la nostra idea di femminilità in un unico modello, patinato e impossibile da raggiungere.