Bella e sicura di sé, nella vita come sullo schermo. Lara Pulver ha già lasciato un’impronta nella televisione moderna interpretando un personaggio chiave nel primo episodio della seconda stagione di Sherlock: quello di Irene Adler, dominatrix capace di essere seducente quanto abile a costruire complessi schemi per avere la meglio sui suoi avversari.
Incontriamo Lara a Firenze, dove l’attrice si trova insieme al cast di Da Vinci’s Demons, nuova serie trasmessa su Sky da Fox e incentrata sulle avventure di un giovane e scapestrato, quanto geniale, Leonardo Da Vinci. “David ha scritto il ruolo per me e dopo aver visto la mia parte in Sherlock si è seduto accanto a me e mi ha sussurrato ‘Wow’”. Il David a cui si riferisce è David S. Goyer, creatore della serie e sceneggiatore di Batman Begins e L’uomo d’acciaio, rilancio al cinema di Superman. Lara interpreta Clarice Orsini, la moglie del potente Lorenzo de’ Medici. “Una donna in grado di governare da sola la città”, ci spiega durante il nostro incontro.
Lara, puoi parlarci del tuo personaggio?
Clarice Orsini è la moglie di Lorenzo de’ Medici. È un politico esperto, una donna d’affari, capace probabilmente di governare Firenze da sola, ma sa che non è il suo ruolo e non minerebbe mai l’autorità di suo marito. È una donna di poche parole, capaci però di risuonare con forza. Quando appare la prima volta nel terzo episodio la vediamo sfidare in segreto Lucrezia, l’amante di suo marito. Clarice è una donna nobile e sicura di sé ma incontrare l’amante del marito e scoprire che è anche bella e intelligente le spezza il cuore.
Clarice era notoriamente una donna molto religiosa. È una caratteristica che vedremo nella serie?
Abbiamo trattato questo argomento in maniera sottile. Ne parleremo più avanti nella stagione, quando entrerà in scena il fratello di Clarice, che è un cardinale. Ma storicamente sappiamo che la madre di Lorenzo voleva questo matrimonio, voleva che suo figlio sposasse una nobildonna romana e Clarice era il candidato perfetto. E per una come lei, trasferirsi a Firenze ed essere accettata dalla gente di una città che era in contrasto con il potere di Roma, fu molto difficile.
Nella TV di oggi stiamo vedendo molti personaggi femminili che, segretamente, sono ancora più potenti dei loro pur potenti mariti. Ad esempio, nella serie Il trono di spade. Che ne pensi?
Direi che Clarice è l’equivalente di una Jackie Kennedy, di una Hillary Clinton o di una Kate Middleton. Ma aveva un ruolo molto più semplice: nel 2013 le donne sono in grado di farsi una carriera, una famiglia e affrontare la vita senza appoggiarsi agli uomini, a quel tempo invece c’era una maggiore definizione dei ruoli. Clarice è la madre che si prende cura dei figli e del nido, mentre suo marito è il cacciatore/raccoglitore. Questa semplicità è quasi liberatoria, nel senso che Clarice non sente di dover avere successo per forza e provare agli altri le sue capacità. La vera sfida, per lei, è quando questo ruolo viene messo in discussione dal fatto che non riesca a concepire un erede maschio. Lei stessa finisce per pensare di non aver raggiunto il suo scopo.
Un po’ l’opposto di Da Vinci: lui è l’agente del cambiamento, lei invece è felice dello status quo…
Assolutamente. E quando si incontrano per prima volta nel quarto episodio, su tre personaggi femminili della serie lui ne ha già sedotti due. Ma Clarice non si fa sedurre allo stesso modo e praticamente gli fa capire: “Mi servi per proteggere la città e la mia famiglia, ma a nessun altro scopo”. Per Leonardo diventa quasi una sfida: più Clarice è costretta a scendere in campo personalmente, fisicamente per difendere Firenze, più Leonardo capisce quanto sia in gamba e per lui la cosa è molto seducente.
Pensi che la tua Clarise Orsini sia simile a quella realmente esistita?
È praticamente impossibile sapere come fosse davvero una persona vissuta cinquecento anni fa: ci si può solamente basare sulla ricerca, sperando di riflettere lo spirito del personaggio. Ho cercato di capirne l’essenza e per il resto mi sono affidata all’istinto e a ciò che vedevo scritto nella sceneggiatura di David. E lui stesso ha creato i personaggi partendo dalla storia, per poi lasciarli andare in direzioni originali. David non teme la controversia, anzi la accoglie. Questa serie nasce dalla sua visione e interpretazione dei fatti, mischiata a una certa licenza poetica. Perché, dopo tutto, si tratta di intrattenimento, non di un documentario.
Ci puoi parlare dei costumi? Come ti sei trovata a recitare con quei pesanti abiti rinascimentali addosso?
Per quanto riguarda i costumi, l’approccio è lo stesso: in parte sono rinascimentali, in parte c’erano elementi moderni come un paio di pantaloni quasi anni Trenta, alla Wallis Simpson per capirci. Nel momento in cui hai un corsetto addosso ti muovi e respiri in modo diverso, e cambia anche il modo in cui ti pieghi a raccogliere i bambini, il modo in cui siedi. Anche iniziare una scena di sesso è diverso, quando ti devi togliere il corsetto di dosso! La stessa cosa vale per i capelli: dovevo sottostare a sedute di due ore in cui mi applicavano extension così pesanti da costringermi a stare in posizioni molto particolare, influenzando così la mia recitazione.
Da Vinci’s Demons va in onda su Fox, canale 11 di Sky.
Per saperne di più:
Su Film.it: il nostro reportage dalla prima della serie a firenze.
Film.it intervista il protagonista Tom Riley.
Su Turismo.it: il cast di Da Vinci’s Demons racconta l’esperienza a Firenze.