Le polemiche sono sorte appena l’annuncio di Marco Mueller sui film di apertura e chiusura del Festival Internazionale del Film di Roma ha avuto eco. Due commedie italiane, che, senza nulla togliere alla loro efficacia, non sono esattamente il tipo di pellicola che ci si aspetta ad un festival internazionale di cinema. Difficilmente Soap Opera con Fabio de Luigi e Andiamo a quel paese di Ficarra e Picone aprirebbero e chiuderebbero Cannes, o Venezia, o Berlino. La scelta di far virare la kermesse verso una direzione più pop è esplicitamente confermata dal direttore, che non hai mai fatto segreto del voler trasformare il festival in ‘festa’. E se ai film popolari si aggiunge la giuria popolare, che quest’anno prende il posto dei giurati internazionali, il dado è tratto.
Anche la scelta di chi riceverà il premio alla carriera, il Marc’Aurelio d’oro, è di tono decisamente popolare: Tomas Milian, l’attore protagonista di un’epoca di polizieschi all’italiana (siamo tra gli anni Settanta e Ottanta), ma anche attore apprezzato da registi di spicco internazionali. Difficile però separare la sua immagine da quella di ‘er Monnezza’, personaggio della romanità più becera e dal turpiloquio facile ancora oggi icona pop. Tomas Milian è uno degli ospiti più attesi, ma in tema di celebrità demodé ecco che gli si affiancano i cinque Spandau Ballet, iconica band britannica anni Ottanta, che sfileranno sul red carpet in occasione della proiezione di Soul Boys of the Western World, pellicola di George Hencken a loro ispirata.
GUARDA LA GALLERY DEGLI OSPITI ATTESI A ROMA SU FILM.IT
E se due icone degli anni Ottanta non bastano, se ne aggiunge una terza, che in quegli anni spiccò il volo per poi raggiungere l’apice sulla fine dei Novanta: parliamo di Kevin Costner, attesissimo divo protagonista di alcuni dei film-icona di un’epoca, come Balla coi Lupi, Robin Hood o Guardia del Corpo, ancora attivo anche se con pellicole di sempre meno ampio respiro. L’elenco delle star vintage continua con Richard Gere, sex symbol degli anni Ottanta-Novanta (il leit motiv della kermesse?) e protagonista degli indimenticabili American Gigolo, Ufficiale Gentiluomo, Pretty Woman.
Anagraficamente loro coevo ma assolutamente inarrestabile dal punto di vista delle performance, attuali e del passato, il grande Willem Dafoe, interprete di indimenticabili pellicole dagli anni Ottanta di Platoon all’attuale Grand Budapest Hotel o Pasolini. Tra gli ospiti più ‘contemporanei’, attesi Benicio del Toro, Rooney Mara, Clive Owen.
Guarda anche: Sex symbol hollywoodiani, chi è invecchiato meglio?