Cosa succede quando uno chef con la passione per la sperimentazione incontra una designer con un debole per i piaceri del palato? Nasce un progetto di food design naturalmente, che con gli ingredienti ben calibrati diventa un successo enorme nel giro di un paio d’anni; o perlomeno succede se ci si trova a New York, città che sa premiare i propri talenti. Pinch Food Design è il nome sotto il quale lo chef Bob Spiegel e la designer TJ Girard propongono i loro servizi di catering dal 2011, caratterizzati da una deliziosa concezione del cibo come complemento d’arredo a feste, eventi, celebrazioni. E se il cibo assume nuove forme e dimensioni, anche il modo di servirlo viene reso unico attraverso strumenti ad hoc.
Non immaginatevi schiume o polveri tipiche della cucina molecolare: i catering di Pinch Food Design vertono sulle ricette tradizionali di quella che viene chiamata New American Cuisine, termine generico – molti critici si chiedono dove inquadrarla esattamente – ma che rende l’idea. Ossia: piatti creati con ingredienti della tradizione, rivisitati con accostamenti e presentazioni moderne. Ecco che in questo contesto si inserisce il food design di Spiegel e Girard, che trasforma gli ‘Spaghetti with meatballs’ in stuzzichino monodose (una polpetta su cui poggia un nido di spaghetti), una Roast Rib-eye si presenta sopra un cracker, oppure su un gratin di cavolfiore, le melanzane si piluccano in un involtino di uova e miso, le ciambelle sono infilzate in mini spiedini. Sono più di 300 le ricette di stuzzichini che Spiegel ha ideato, tenendo sempre a mente da un lato la cucina della nonna, dall’altro l’avanguardia del food design moderno. Il concetto di base non è stupire proponendo accostamenti azzardati, ma piuttosto farlo con sapori forti, decisi e presentati in modo fuori dall’ordinario.
L’attenzione inoltre è sempre molto alta rispetto al facilitare la socializzazione e la comodità: difficile chiacchierare, fare presentazioni, bere e mangiare allo stesso tempo. Pinch Food Design propone stuzzichini che si tengono con una mano, spesso presentati cu complementi funzionali, come la ciotolina che poggia perfettamente sul calice da vino, in modo da tenere entrambi con un mano, o lo Spin, una sorta di cucchiaino con spiedo incorporato, che separa la parte liquida e quella solida con un gesto comodissimo. Altra geniale invenzione di Gerard, le sospensioni che alterano la prospettiva del cibo, servendolo ad un’altezza che permette ai commensali di guardarsi negli occhi e continuare la conversazione. Ancora, Girard e Spiegel hanno pensato di separare elementi che di solito vanno insieme in modo da incoraggiare la socializzazione degli ospiti (caviale e blinis, focaccine tipiche russe, o guacamole e tortillas).
Non si tratta solo di proporre cibo, ma di renderlo funzionale all’evento. E difatti non esiste un ingrediente ‘prediletto’ o un ‘must have’: ogni situazione in cui viene richiesto il loro catering godrà di un menù e una presentazione pensata su misura. A New York, tra i tanti, Pinch Food Design ha allestito banchetti per il Moma, e per eventi sulla High Line. Abbiamo chiesto loro quanto conta la forma rispetto al successo di un piatto, e TJ ci ha risposto che ‘Si mangia anche con gli occhi, quindi è fondamentale creare piatti che siano appetitosi ma anche piacevoli alla vista. Così come si analizza un’opera d’arte valutandone la scelta del colore, la forma, la struttura, lo si può fare per il cibo: Bob ama creare dare alle ricette forme architettoniche, costruendo piatti che sono esattamente opere d’arte’.