In passato erano le lenzuola. Teli bianchi stesi sulle finestre di palazzi, pronti ad essere “impregnati” di smog per dare dimostrazione dell’aria che si respira in città: più le lenzuola diventavano scure, maggiore sarebbe stato il livello di inquinamento presente nell’atmosfera.
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Ma anche il “green” non mente. E a dimostrare la qualità dell’ozono oggi sono le piante, vere affamate di aria pulita e scambio di anidride carbonica in grado (a quanto pare) di tracciare il livello di aria sporca. Secondo il National Center for Atmospheric Research di Boulder, alcune tipologie vegetali sarebbero in grado di determinare l’inquinamento atmosferico. E per darne dimostrazione hanno creato un giardino – The Ozone Garden – selezionando quattro specie di piante, ognuna con il suo grado di assorbimento di smog: Asclepias L. (milkweed); Phaseolus vulgaris (green bean); Solanum tuberosum L. (patata) e il Rudbeckia laciniata L. (cutleaf coneflower). .
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Secondo gli esperti, analizzando lo stato di salute delle foglie, è possibile determinare lo stato di ozono presente nell’aria, tanto alto quanto il danno visibile sui vegetali. Proprio sulle foglie si presenterebbero condensazioni di piccole macchie nere indicative della cattiva qualità aerea.
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Quando i livelli di ozono sono troppo alti, le piante tendono a “respirarlo”. Così alcune delle cellule di clorofilla presenti nelle foglie della pianta muoiono perdendo il classico colore verde e cedendo il posto alle macchie scure. I ricercatori del NCAR sottolineano che il periodo dell’anno peggiore per l’inquinamento da ozono riguarda i mesi di luglio e agosto. I limiti di esposizione all’ozono per gli esseri umani sono fissati dall’Environmental Protection Agency per quanto riguarda gli Stati Uniti. Le piante possono iniziare ad evidenziare gli effetti negativi della presenza di ozono prima che si raggiunga il limite fissato per le persone.
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L’idea alla base di The Ozone Garden consiste nel rendere visibili gli effetti negativi di un inquinante “invisibile” come l’ozono sugli esseri viventi, piante e umani, così che tutti possano “vedere e capire”. Senza contare i danni sui rendimenti di alcune coltivazioni importanti, come grano, soia e cotone. Come dire: “mangiamo ciò che respiriamo”. Un segnale importante per tutelare l’agricoltura e la sicurezza alimentare.
Il progetto The Ozone Garden include la possibilità di ricevere aggiornamenti periodici sulla qualità dell’aria nella zona di Front Range attraverso il sito web Ozone Aware.