Come introdurre la fotografia di David LaChapelle senza utilizzare i tanto abusati attributi ‘pop’ e ‘onirico’? Prima di assistere dal vivo alla maxi retrospettiva che Palazzo delle Esposizioni di Roma sta dedicando ad uno dei più grandi fotografi contemporanei, sarebbero state calzanti nel loro semplice e immediato significato. Dopo aver visitato la mostra invece, balzano alla mente aggettivi ben più scenografici, come ‘spettacolare’, ‘fantasmagorico’, ‘poetico’, ‘allucinante’.
Le oltre 100 opere in mostra a Roma fino al 13 settembre 2015, alcune delle quali totalmente inedite, sono giganteschi affreschi di un mondo che abbraccia il contemporaneo più patinato e le evocazioni sublimi della pittura rinascimentale. ‘Dopo il Diluvio’ è il titolo del percorso espositivo che a Roma ha le sue radici, un lavoro nato nel 2006 dopo una illuminante visita alla Cappella Sistina: LaChapelle racconta di essere rimasto folgorato da un dettaglio in particolare, quello del Diluvio Universale, ed essere ripartito da lì a creare di nuovo. ‘Di nuovo’ perché dopo anni nel mondo patinato, tra riviste di moda, celebrità e star system, mondo nel quale è stato introdotto niente meno che da Andy Warhol, LaChapelle, racconta in conferenza stampa, sente di aver esaurito quello che voleva raccontare, e che per lui era arrivato il momento di fermarsi, almeno per un pò. Una sorta di blocco del flusso creativo. Si ritira quindi in un luogo isolato in mezzo alla natura (le Isole Hawaii dove attualmente dimora?) e per anni interrompe la produzione ufficiale.
Roma, la Cappella Sistina, l’arte antica sono la molla che, quasi dieci anni fa, lo fa scattare di nuovo, e che gli apre la strada alla sua fase ‘After the Dulge’ – Dopo il Diluvio. Sono anni di gigantesche produzioni, di fantasia sfrenata, di creatività impetuosa, di ricerca della bellezza, di studio del nudo, dell’antico, delle foto che diventano racconti corali, di immensi quadri in cui perdersi nell’osservare le centinaia di dettagli, di azioni, di protagonisti. E non si tratta di fotomontaggi: l’immagine di LaChapelle, anche la più complessa, è frutto di un lunghissimo lavoro di allestimento e scenografia, di ricerca della luce e della posa, un processo lungo e minuziosissimo che rimane impresso in una frazione di secondo nell’immagine fotografica – in mostra anche interessanti video dei backstage della produzione. Sono lavori che, in un certo senso, lo trascinano in un ritorno alle origini, quando, nella New York degli anni Ottanta, fotografava per esporre nelle gallerie d’arte, non su commissione di riviste o grandi marchi. Lavori museali, opere d’arte dal timbro inconfondibile.
La rassegna, a cura di Gianni Mercurio e promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e Turismo e prodotta da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con Madeinart e David LaChapelle Studio, è una delle più importanti e vaste retrospettive dedicata al grande artista e fotografo americano. Oltre al lavoro di ‘Dopo il Diluvio’, non manca la produzione più patinata, quella più famosa e amata, ritratti di celebrità, scene con tocchi surrealisti basati su temi religiosi (come la mitica ‘Pietà’ rivisitata in chiave Jesus Christ che regge sulle ginocchia Michael Jackson), citazioni di grandi opere della storia dell’arte e del cinema, ma anche le serie dedicate alle ‘gas station’, alle raffinerie, ai ‘car crash’. Un percorso espositivo completo sulla storia fotografica di David LaChapelle, per una mostra grandiosa e spettacolare che si inserisce in un tracciato di valorizzazione dell’arte contemporanea a Roma, e che nel fotografo trova un ideale rappresentante di passato e presente fusi in un’opera unica e memorabile.
David LaChapelle, Dopo il Diluvio
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 – Roma
In corso fino al 13 settembre 2015
www.palazzoesposizioni.it