Non è un buon momento per le istituzioni calcistiche internazionali. Ma seppur la dirigenza sportiva sia vista con un occhio malevolo dai tifosi, visto il recente scandalo che ha coinvolto la Fifa, questo è anche il momento migliore per alcune figure manageriali, che in via del lustro personale, potranno invece essere in grado di garantire i valori solidi dello sport.
E in un panorama sempre più compromesso e ostaggio di soldi, favori e poteri, un ex calciatore e dirigente della UEFA compie oggi sessant’anni. Si tratta di Michel Platini, il bomber di origine francese che militò per molti anni nella Juventus, e fu icona di un calcio pulito, vincente e raffinato. Il calciatore, originario della cittadina di Jouef in Lorena, ha vinto quasi tutto ciò che poteva essere vinto in campo calcistico, saltando solo un Mondiale, quello del 1986, dove con la sua Francia conquistò solo un terzo posto.
Il Platini dirigente invece, pur essendo figura vicina alla gestione Blatter, è stato il principale responsabile di alcuni significativi cambiamenti nel settore. Sua per esempio l’idea di allargare la Champions League a 24 squadre, dopo l’arrivo in UEFA nel 2007.
Il Michel privato invece, è un uomo che avendo giocato dal 1982 al 1987 nella Juventus, non dimentica di ricordare un quinquennio speciale e chi ne fu il principale artefice: Gianni Agnelli. “Mi ha donato la liberta’, la fama, la possibilita‘”, ha detto di lui Platini il giorno della prima elezione alla presidenza UEFA. “Se non mi avesse voluto non sarei andato alla Juve. E se non fossi andato, non sarei il Platini che sono, la mia storia sarebbe stata diversa e probabilmente non sarei all’UEFA“.