Le allergie non vanno mai in vacanza, tantomeno durante l”estate. Tra le reazioni più insidiose durante i mesi più caldi, soprattutto per tutti coloro che frequentano le località balneari, quelle a creme, abbronzanti e non, possono essere particolarmente insidiose. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo, grazie alla collaborazione degli specialisti della SIAAIC, Società Italiana Allergologia Asma e Immunologia Clinica.
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Le creme solari possono indurre reazioni irritative, sensibilizzazione, fototossicità e fotoallergia, causate da essenze e conservanti contenuti nelle loro formulazioni. In realtà le reazioni allergiche alle creme solari sono piuttosto rare, anche se in aumento. Generalmente i componenti maggiormente implicati nelle reazioni allergiche cutanee indotte da creme solari sono l’acido paraminobenzoico (PABA), filtro chimico che protegge la pelle dai raggi solari ma non è visibile una volta spalmato, ma anche benzofenoni, dibenzoilmetano e metossicinnamato. Possono provocare reazioni anche profumi e aromatizzanti come il balsamo del Perù o il Lyral, conservanti, come il Quaternium 15, o emollienti ed emulsionanti quali gli alcoli della lanolina.
Un prodotto solare ideale dal punto di vista allergologico deve innanzitutto assorbire le radiazioni nell’intervallo UVA e UVB ma deve essere anche ben tollerato, contenere essenze sicure (non foto-sensibilizzanti) e avere minime concentrazioni di conservanti. Pertanto vale sempre la regola di non acquistare prodotti che non siano correttamente conservati o che non riportino in etichetta gli ingredienti contenuti.
Preferire prodotti che abbiamo meno di 10 ingredienti in quanto meno irritanti e meno allergizzanti e che abbiano un contenuto di filtri chimici basso. Interrompere l’utilizzo del prodotto qualora dovessero insorgere: rossore, bruciore, prurito o altri sintomi. Per i soggetti allergici risulta importante conoscere l’elenco delle sostanze sensibilizzanti ponendo attenzione agli ingredienti riportati in etichetta o alle loro sigle corrispondenti o ai termini alternativi con cui vengono a volte indicati. I prodotti erboristici, nonostante possano sembrare innocui o privi di sostanze allergizzanti, in realtà potrebbero indurre delle reazioni cutanee anche molto importanti ed in misura maggiore qualora ad essi vengano aggiunte altre sostanze non dichiarate.
Ma sono anche i cosmetici e i prodotti per i capelli a provocare reazioni cutanee: quelle ai trucchi interessano circa il 10% delle persone che ne fanno uso. Nella maggior parte dei casi (80%) si tratta di reazioni irritative, ma 2 su 10 sono vere e proprie dermatiti allergiche.
“Non si devono adoperare prodotti che non siano correttamente conservati o che non riportino in etichetta gli ingredienti contenuti – dichiara il Prof. Eustachio Nettis della SIAAIC – Preferire prodotti composti da meno di 10 ingredienti (sono meno irritanti e meno allergizzanti)”. Il professore ricorda poi che la maggior parte delle sostanze allergizzanti, in realtà, sono proteine naturali: per questo, al contrario di quanto comunemente si crede, i prodotti “naturali” sono responsabili di reazioni allergiche più spesso rispetto ai prodotti “artificiali” .
Per quanto riguarda i prodotti per la cura dei capelli, la tintura rappresenta il prodotto che più frequentemente si rende responsabile di dermatiti da contatto, ma occorre prestare attenzione anche agli shampoo e perfino ai prodotti a base di erbe. Gli shampoo possono provocare dermatiti allergiche da contatto se contengono conservanti come la formaldeide e il quaternium-15. Pericolosa anche la parafenilendiamina, un colorante chimico permanente. Anche se possono sembrare più innocui, occorre fare attenzione anche ai prodotti erboristici, che in realtà potrebbero indurre delle reazioni cutanee anche molto importanti, ad esempio nei soggetti sensibili all’hennè, un colorante vegetale per capelli e tatuaggi.