A volte, la seduzione, più che essere un atto di sfoggio delle proprie qualità personali, sembra essere una acuta capacità di cogliere i segnali di interesse dell’altro, per poi proseguire in quella direzione con maggiore determinazione.
Ma siamo davvero capaci di cogliere tali cartelli di allarme, oppure ogni atto di seduzione si trascina dietro di sé una serie di occasioni mancate? Secondo un gruppo di studiosi dell’Università del Kansas, gli esseri umani sarebbero pessimi indagatori delle intenzioni altrui. Almeno in campo sentimentale.
E’ quanto ha certificato il gruppo di studi diretto da Jeffrey Hall, professore di comunicazione ed autore del libro “The Five Flirting Style” nell’articolo Accurately Detecting Flirting: Error Management Theory, the Traditional Sex Script, and Flirting Base Rate”, pubblicato sul magazine Communication Research.
Lo studio ha infatti cercato di stabilire quanto due soggetti coinvolti in una conoscenza superficiale, siano in grado di riconoscere i segnali di manifesto interesse seduttivo. A sorpresa però, sia uomini che donne si sono rivelati poco capaci in questa difficile analisi, soprattutto per quel che riguarda la capacità di cogliere indizi affermativi. Per dimostrare ciò, la ricerca ha messo insieme 52 single eterosessuali e li ha fatti interagire tra di loro per un tempo limitato.
Poi a ciascuno di essi è stato chiesto di riempire dei questionari informativi e di valutazione sul grado di interesse. A sorpresa, in entrambi i sessi, è emersa una scarsa capacità di comprendere l’interesse della controparte, con solo il 36% degli uomini e il 18% delle donne. Mentre quando si tratta di segnali negativi, la percentuale arriva all’80% del totale. Secondo il Professor Hall, questo avverrebbe perché le donne sono in generale maggiormente chiare nel comunicare un interesse o meno. Gli uomini invece, sceglierebbero l’ambiguità, e tutto diventerebbe così un po’ più misterioso.
