C’è stato un tempo in cui Hannah Ware ha provato il ruolo di Katia nel progetto Hitman trovandosi davanti Paul Walker. Inizialmente infatti l’attore di Fast and Furious doveva essere il nuovo Agente 47 del grande schermo “poi è successo quello che è successo – ci racconta l’attrice – E il film è stato messo in pausa per un po’”.
Esistono ruoli adrenalinici femminili che non si limitano a essere quelli di spalla o “pupa dell’eroe” all’interno del cinema d’azione? Secondo la britannica Ware può succedere: “Ricordate Carrie Ann-Moss in Matrix nei panni di Trinity? Io la adoro, è un elemento necessario al procedere della storia della saga”. Dunque sì, quei ruoli esistono, anche se secondo la trentaduenne Ware è facile spaventarsi nel momento in cui ti propongono un ruolo in un film d’azione. Ce lo confessa quando la incontriamo in occasione della presentazione di Hitman: Agent 47 action tratto dal celebre videogioco della IO Interactive che segna il suo debutto in un ruolo di punta al cinema (l’abbiamo già vista in piccoli ruoli in Shame e Oldboy e nella serie TV Boss).
Parliamo dunque di queste paure che un’attrice può avere sul set di un film sparatutto…
La paura è che non ti senti all’altezza di riuscire a fare tutto quel lavoro fisico che ti richiedono sul set. Meno male che avevo un bel rapporto con il protagonista Rupert Friend, dato che più volte cadevo per terra. Non sono molto coordinata, quindi mi ritrovavo spesso sul pavimento.
Nello specifico, sul set di Hitman, cosa ti chiesto di fare?
Tantissimo lavoro fisico. Io di mio sono molto sportiva, corro tutti i giorni. Una volta arrivata sul set però è stato uno shock vedere quando devi metterti sotto con il lavoro fisico. Ho imparato a combattere. Più impari, più l’entusiasmo cresce.
Poco fa parlavamo di personaggi interessanti e di spessore nei film action. Parliamo adesso di carisma d’azione: quanto il personaggio che interpreti è duro? Ti sei ispirata a icone come Ellen Ripley o Sarah Connor?
Cerchi sempre di non imitare troppo il lavoro altrui, ma la verità è che questa donna non vuole essere un’eroina. Ecco dunque un archetipo cinematografico interessante: l’eroe riluttante. Nel film mi vedete mentre cerco di schivare le mie nuove responsabilità, poi cambio. Sono io che tiro fuori un lato dell’Agente 47 che non avete mai visto.
Parliamo comunque dei tuoi miti femminili all’interno del cinema d’azione. Hai visto qualche film in particolare prima di girare sul set?
Ti ho già detto che adoro Trinity, ma ho anche rivisto la serie di Bourne, non è femminile di certo, ma adoro il modo in cui Matt Damon è intelligente e rapido in quei film. E poi ho visto e rivisto Nikita, che è uno dei migliori action femminili di tutti i tempi.
Un’ultima domanda, quanto ne sapevi di videogiochi prima di cominciare a lavorare a questo film?
Giocavo a calcio con FIFA, che in un modo o nell’altro mi ha fatto spesso compagnia nella vita. Per il resto i videogiochi sono un mondo di cui non conoscevo l’esistenza. La prima volta che ho visto il gioco di Hitman mi sono detta: ‘Diamine, ne hanno fatti di progressi dai tempi di Super Mario Bros!’
Hitman: Agent 47, in uscita il 29 ottobre, è distribuito dalla 20th Century Fox.