“Se siete tristi, se avete un problema d’amore, truccatevi, mettetevi il rossetto rosso e attaccate”, disse Coco Chanel. La maggior parte delle donne sa che per valorizzarsi basta un filo di trucco. Il make-up è parte integrante della beauty routine, rappresenta un complemento della bellezza naturale: truccarsi in realtà è molto più di un semplice vezzo estetico, è una forma d’arte. Il culto della bellezza d’altronde non è una prerogativa dell’era moderna: proprio così, la storia è testimone. Come disse il sociologo tedesco Rene Konig: “La cosmesi è probabilmente antica quanto l’umanità”. Nel corso dei secoli infatti, donne di ogni civiltà si servivano dei cosmetici per rendere il proprio aspetto più gradevole. E non solo.
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Makeup Museum, a New York il paradiso della bellezza
La conferma arriva anche dal truccatore Rossano De Cesaris nel libro “Trucco e bellezza nell’antichità” (ne abbiamo parlato in questo articolo): “Fin dalla preistoria gli esseri umani di qualunque civiltà e cultura hanno fatto uso di pigmenti colorati da applicare sul viso e sul corpo, suggerendoci che la necessità di decorarsi sia probabilmente un desiderio atavico, parte integrante della stessa natura umana”.
A ripercorrere la millenaria storia del make-up non sono però solo i libri: a offrire un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo – ora virtuale ora fisico – alla scoperta del fantastico mondo della bellezza ci pensa il Makeup Museum di New York, uno spazio espositivo aperto al pubblico dopo una lunga attesa (l’inaugurazione era prevista il 1 maggio ma posticipata a causa della pandemia) il 1 settembre, nel Meatpacking Distric, al civico 94 di Gansevoort Street. Impossibile non riconoscerlo: il suo logo, un bel rossetto rosso, è il suo biglietto da visita. Al di là delle premesse, quel che attende una volta varcato l’ingresso è una vera sorpresa.
La promessa è un’esperienza immersiva e divertente, un viaggio temporale coinvolgente e innovativo ricco di curiosità e oggetti cult. “Il nostro sogno è sempre stato quello di creare un rifugio per tutti i cercatori di bellezza, fornendo ispirazione, evasione, riflessione ed educazione”, ha affermato Rachel Goodwin, rinomata truccatrice nonché cofondatrice del Makeup Museum.
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“Nel bel mezzo della crisi – sanitaria, economica e sociale – abbiamo visto che la bellezza, l’arte e la cultura contano ancora immensamente per le persone. Siamo davvero entusiasti di aprire ufficialmente la più importante istituzione culturale del mondo dedicata alla bellezza”, ha dichiarato Doreen Bloch, direttrice e cofondatrice del Makeup Museum. Il polo museale è dunque pronto a far batter il cuore di tutte le beauty aholics: tra i vari padiglioni, oltre a una mostra permanente, trovano spazio anche esposizioni temporanee come “Pink Jungle: 1950s Makeup in America”.
I segreti di bellezza di Jacqueline Kennedy e Marilyn Monroe
La rassegna in corso, come si evince dal nome, è incentrata sui mitici anni ’50, periodo storico particolarmente caldo per l’industria cosmetica. Come dimenticarlo, fu proprio nel 1953 che Max Factor lanciò sul mercato la storica cipria compatta ‘Créme Puff’. “Siamo entusiasti di portare finalmente in scena ‘Pink Jungle‘ a New York. Sarà fonte di gioia e divertimento per i nostri visitatori come lo è stato per noi. Siamo orgogliosi di poter offrire un momento di svago a tutti coloro che varcheranno le nostre porte”, ha affermato Rachel Goodwin.
Tra i pezzi esposti, i prodotti del celebre dott. Erno Laszlo – dermatologo di origine ungherese amatissimo dalle celebrities dell’epoca. Non solo, tra i documenti inediti – condivisi anche su Instagram – è possibile riconoscere la ricetta di bellezza realizzata dall’esperto per Jacqueline Kennedy Onassis che, a quanto pare, soffriva di acne. Oltre ai suoi suggerimenti per avere una pelle radiosa, nel documento sono riportati anche alcuni consigli destinati a suo marito, John F. Kennedy.
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Tra i suoi pazienti anche lei, la leggendaria Marilyn Monroe a cui lo skincare specialist suggerì un particolare rituale di detersione per sfoggiare una pelle liscia, luminosa e idratata. Grazie all’eredità lasciata dal dott. Laszlo, tutt’oggi è possibile acquistare i suoi prodotti e perché no, cercare di emulare la beauty routine delle dive del passato.
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A tu per tu con il make-up artist Kevyn Aucoin
L’occasione è quella giusta per entrare in punta di piedi nella vita di Kevyn Aucoin, celebre make-up artist nonché fotografo (scomparso nel 2002) e autore di best sellers quali “The Art of Makeup”, “Making Faces” e “Face Forward” definito dalla stessa Rachel Goodwin il suo ‘make-up Fairy Godfather’.
L’artista era solito immortalare e documentare i momenti salienti della sua carriera e della sua vita personale con una fotocamera Polaroid per poi raccoglierli e conservarli in diari (se ne contano ben 7 datati tra il 1983 e il 1994) fino ad ora rimasti privati. Attraverso un vasto e inedito archivio digitale è quindi possibile entrare nella sua quotidianità e ammirare ad esempio gli editoriali di Vogue che immortalano famose top model come Linda Evangelista o ancora ricordi personali, come il pass per il backstage della 66esima edizione degli Academy Awards (1994).
Nonostante per molti raggiungere New York al momento risulti complicato, se non impossibile, non bisogna disperare. Il supporto tecnologico – sperimentato soprattutto durante la fase di lockdown – permette di accorciare ogni distanza. Il Makeup Museum infatti, oltre ad alimentare puntualmente la pagina Instagram con foto, video e curiosità, ha lanciato la sua app (disponibile su iOS e Android) per rendere l’esperienza fruibile a tutti, vicini e lontani.