L’isolamento sociale per contrastare il diffondersi del coronavirus ha scombussolato la vita di tutti e messo a dura prova le famiglie. I genitori si sono ritrovati a dover gestire nuovi doveri, paure, preoccupazioni. Stando a quanto emerso da una ricerca condotta da MioDottore – piattaforma specializzata nella prenotazione online di visite mediche – quasi la metà dei genitori italiani (49%) ha riscontrato notevoli difficoltà nella gestione dei figli tra le mura domestiche. Per oltre 1 italiano su 10 (14%) il problema principale è stato il fatto di doversi ingegnare per tenere occupati i bambini, annoiati e spaesati da una situazione insolita che li ha tenuti lontani dalle loro abitudini, dalla scuola, dagli affetti e dai luoghi del cuore.
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Per ridurre al minimo le tensioni, il 9% degli adulti si è rivelato leggermente più permissivo del solito chiudendo un occhio sulle ore trascorse tra tv, videogiochi o smartphone. Benché in percentuali più ridotte, alcuni genitori (3%) hanno avuto qualche difficoltà nel gestire le ansie dei propri figli e nel fornire aiuto nello svolgimento dei compiti e delle attività di e-learning (2%). Bisogna però dire che, nonostante le innumerevoli criticità, tra tempi e attività da incastrare e giochi da inventare, la quarantena ha permesso a tutti i membri delle famiglia di passare più tempo insieme, senza avere i minuti contati.
Lockdown e gestione familiare
“Se è vero che per i bambini le restrizioni sono state spesso più dure che per noi adulti, c’è anche da dire che molti, invece, si sono finalmente goduti la presenza continuativa dei genitori che, spesso, tra l’altro si sono dedicati a cucinare, giocare e curare la casa insieme a loro, cosa a cui i piccoli non sono abituati e che hanno accolto in modo molto positivo. D’altronde la noia è uno stato d’animo che ogni bambino dovrebbe provare: è dalla noia che nascono le idee per nuovi giochi e nuovi sentieri dell’immaginazione. È il nostro stile di vita quotidiano ad aver bandito completamente la noia rendendola quasi un nemico pericoloso. La verità è che un bambino (ma anche un adulto) sereno riuscirà a tollerare e superare il momento di noia facendo nascere anche qualcosa di bello. I primi a dover imparare nuovamente a viverla però siamo noi adulti. Un bambino che vede il genitore fuggire costantemente dalla noia imparerà che è solo un sentimento negativo”, spiega la Marta Calderaro, psicoterapeuta e neuropsichiatra infantile iscritta al portale MioDottore.
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Fase 2, come gestire la routine quotidiana
Il peggio, forse, si potrebbe dire superato. I bambini hanno maggiore libertà: tra la riapertura dei parchi e la possibilità di rivedere amici e parenti, offre a bambini e ragazzi un ampio ventaglio di opportunità utili per fare il pieno di spensieratezza e ritrovare il benessere, sia mentale che fisico. Ora che non si è più costretti in casa dunque, come gestire la loro routine quotidiana? “Se la Fase 1 è stata gestita in modo efficace, la Fase 2 risulterà un sollievo per i bambini più piccoli (meno negli adolescenti che, talvolta, si sono sin troppo “accomodati” nella quarantena). Potranno ricominciare a vedere qualche amichetto al parco, ad esempio, o giocare con i parenti/cugini. Ovviamente nei bambini il mantenimento della distanza è molto complicato, per cui sarà compito dei genitori vigilare, suggerendo e organizzando giochi (preferibilmente all’aperto) che possano essere svolti a distanza (molti giochi con la palla, ad esempio, in cui i bimbi debbano mantenere delle posizioni distanziate, e così via)”, precisa l’esperta.
Che dire invece dei più piccini? “Nell’approccio con i più piccoli è importante valorizzare i vantaggi di questa nuova fase rispetto alla precedente, così da dare maggior peso a quello che ora si può fare rispetto a quello che ancora non è consentito, pur sottolineando l’importanza di seguire le indicazioni dei genitori quando si è fuori”, dichiara la psicoterapeuta.
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Come preparare i figli al ritorno a scuola
Figli e genitori devono anche prepararsi alla riapertura delle scuole dopo tanto tempo passato in famiglia. Come affrontare questo inevitabile distacco? “Molto dipende da come si è vissuto questo periodo. Per nessuno sarà facile – neanche per gli adulti – ma nei casi più favorevoli il bambino gradualmente reimparerà a inserirsi nella quotidianità, un po’ come quando si torna a scuola dopo tre mesi di vacanze. Tuttavia, questa non è stata una vacanza e i piccoli andranno preparati in modo attento. Ad esempio, in questo periodo è importante ricordare la scuola e gli amici, vederli in videochiamata, mantenere un contatto continuo, anche nello svolgimento dei compiti scolastici, così da non creare strappi nel tessuto di vita del bambino”, spiega la professionista.
Per entrare in perfetta sintonia con i propri figli bisogna imparare a comunicare in modo efficace. “Un altro modo di prepararli è ascoltarli. Spesso intendiamo il dialogo con i nostri figli un po’ a senso unico, crediamo di dover parlare, ma quello che serve ai bimbi è poter essere ascoltati nelle loro preoccupazioni e nelle loro speranze, che hanno lo stesso identico peso delle nostre”, conclude la psicologa.