È lo strumento con cui comunichiamo (non l’unico, ma indubbiamente il più influente), il mezzo attraverso cui ci esprimiamo, ed è grazie a lei che possiamo utilizzare un linguaggio complesso e articolato. Il 16 aprile è la Giornata mondiale della voce, istituita per celebrare, informare, sensibilizzare sull’importanza di questo prezioso, e troppo spesso scontato, strumento. Fondamentale nell’evoluzione del genere umano, la voce e il suo utilizzo sono oggetto di tantissimi studi. L’intonazione, il timbro, il tono possono trasmettere una vasta gamma di emozioni, il modo di parlare può dirci moltissimo su una persona. In occasione di questa ricorrenza, abbiamo rivolto alcune domande a un logopedista, il dottor Giacomo Bello, iscritto al portale Dottori.it, per capire meglio come funziona la voce e come prendersene cura.
Come funziona la voce
La produzione della voce è frutto dell’interazione tra respirazione, attività delle corde e organi di risonanza e di articolazione. L’aria introdotta all’interno dei polmoni viene sospinta verso la laringe, sede delle corde vocali, che producono una vibrazione, cioè la nostra voce. Questa viene poi modificata e articolata dalle strutture superiori, come l’orofaringe, la lingua, la mandibola, le labbra.
Cosa può danneggiarla
Per evitare di danneggiare la voce dovremmo evitare di abusarne, cioè sforzarla in intensità e durata. Urlare, parlare troppo velocemente o in apnea, parlare mentre si fa esercizio fisico, sono comportamenti da evitare se si vuole preservare la voce. Bisogna ovviamente evitare anche fumo e alcol, non solo perché cancerogeni, ma anche perché irritanti per chi vuole tutelare al massimo la propria voce.
Cosa succede se si parla troppo
Chi usa la voce professionalmente (cantanti, attori, insegnanti, centralinisti, guide turistiche) incorre inesorabilmente in sforzi vocali maggiori per intensità o durata. La continua sollecitazione alle corde vocali può esporre a traumi da sovraccarico (detto surmenage) come polipi, emorragie, edemi da sforzo. Le corde si infiammano e di conseguenza ci si risveglia al mattino ‘senza voce’. Sul lungo periodo, la scarsa consapevolezza della corretta gestione della propria voce (detto malmenage) può portare alla formazione di noduli, ossia piccoli calli sul bordo cordale, che interferiscono con la corretta vibrazione.
Come prendersene cura
Per tutti credo che una delle abilità più importanti da coltivare sia la consapevolezza della voce. Anche se non si è esperti di vocalità, imparare a riconoscere il grado di sforzo a cui la stiamo sottoponendo nei diversi contesti è il primo atto di cura. Se prevediamo di dover parlare molto, è dimostrato che un riscaldamento vocale ci aiuterà a tutelare la voce. Iniziamo da uno stretching muscolare del distretto testa-collo-spalle, per poi dedicarci allo stretching della voce con qualche vocalizzo. È inoltre importante rimanere idratati, fare attenzione agli sbalzi di temperatura e umidità e ed evitare di alzare troppo la voce.
Alcuni ‘rimedi della nonna’
Bisogna fare un distinguo tra i rimedi davvero efficaci e quelli che si limitano a dare una sensazione di benessere, ma si rivelano in realtà poco fattivi: se il miele è un emolliente ed è un antisettico, seppur blando, attenzione invece all’erisimo, l’erba del cantante, che aiuta solo nel caso ci sia uno stato infiammatorio. Per il mal di gola sono molto utili i suffumigi con camomilla, la propoli e la liquirizia. Da evitare invece gli oli balsamici che, contrariamente a quanto si pensa, irritano le mucose.
Il ruolo del logopedista?
Il logopedista è un professionista sanitario che si occupa della prevenzione e riabilitazione dei disturbi della comunicazione, quindi anche della voce. Nel caso delle disfonie (disturbo della voce) interviene lavorando con il paziente nel ripristino della ‘migliore voce possibile’, recuperando attraverso manovre ed esercizi specifici le potenzialità della voce perduta.
