Il primo tatuaggio non si scorda mai. Quando arriva il grande momento qualcuno si può sentire disorientato. Niente fretta. Per fare una scelta consapevole bisogna prendersi tutto il tempo necessario per valutare i pro e i contro.
“I tatuaggi comportano diversi rischi per la pelle. Gli inchiostri, specialmente se colorati, possono provocare reazioni allergiche, come eruzioni cutanee pruriginose; possono scatenarsi patologie infettive, se l’attrezzatura utilizzata per realizzare il tatuaggio non è correttamente sterilizzata e contaminata da sangue infetto; possono presentarsi infezioni cutanee – come rossore, gonfiore, dolore e pus – e granulomi. Tuttavia, il maggior rischio è legato al fatto che i tatuaggi, soprattutto se estesi e di colore pieno, possono nascondere eventuali malattie della pelle, prima tra tutte il melanoma”, mette in guardia Aldo Scordamaglia, dermatologo iscritto al portale Dottori.it, sito e App leader in Italia per la prenotazione di visite specialistiche.
Primo tatuaggio, la scelta del tatuatore
Una volta decisi, da dove iniziare? Il primo step consiste nell’individuare la persona giusta a cui affidarsi: i requisiti da vagliare sono in primis l’esperienza e la professionalità del tatuatore. Bisogna diffidare da chi è alle prime armi e lavora in casa. “Nonostante in Italia questa attività non sia ancora regolamentata da una specifica legislazione nazionale, le persone che intendono tatuarsi devono rivolgersi a professionisti qualificati che operino nel rispetto dei requisiti igienico-sanitari, con strumentazione monouso e in locali autorizzati”, precisa il dermatologo. Indispensabile dunque far riferimento a chi esercita la professione nel pieno rispetto delle linee guida emanate dal ministero della Sanità.
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“Tatuarsi è una pratica a rischio, motivo per cui scegliere un operatore competente e qualificato che esercita utilizzando materiale monouso è fondamentale per ridurre i rischi di contaminazioni e la trasmissione di malattie infettive come epatite C e HIV”, precisa Francesco Cinti Piredda, tatuatore romano professionista che, nel suo spazio “Unopercento Tattoo Studio”, ha accolto innumerevoli celebrities. Non ama raccontarlo ma tra i suoi clienti figurano personaggi del calibro di Francesco Totti, Ilary Blasi, Ivan Zaytsev.
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Cosa tatuarsi e quale parte del corpo prediligere
Un tatuaggio è per sempre. Non è una minaccia bensì è una consapevolezza che dovrebbe portare a riflettere. Ciò che ci si tatua sulla pelle non deve essere legato a una moda o a una passione del momento perché terrà compagnia per il resto della propria esistenza. Deve essere fatto con coscienza, bisogna sentirselo. “Un tatuaggio non è un gioco, ti deve rispecchiare per tutta la vita. Se non si è veramente convinti, e non si avverte il bisogno, meglio darsi tempo”, precisa il tatuatore.
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Per iniziare è meglio prediligere zone del corpo meno visibili evitando ad esempio collo e mani. Bisogna sempre pensare alle possibili ripercussioni sulla propria vita professionale e sociale. “Il primo tatuaggio dovrebbe essere contenuto. Per lanciarsi in zone più esposte e in lavori più grandi c’è sempre tempo”, suggerisce il tatuatore. Quale soggetto prediligere? Meglio evitare i nomi di fidanzate/i e mogli/mariti (che potrebbero diventare ex): “Bisogna scegliere dei disegni che tra 20 anni possano essere ancora belli da vedere. Affinché rimangano intatti, dunque, non devono essere troppo dettagliati”, consiglia il professionista.
Una volta varcata la soglia del tattoo shop c’è chi ha le idee chiare e non vede l’ora di iniziare. Bisogna però capire che non tutto è realizzabile. O almeno non completamente, motivo per cui è necessario fidarsi del tatuatore e fare tesoro dei suoi consigli. “Se il professionista ti suggerisce qualcosa di diverso rispetto a quello che avevi in mente è nel tuo interesse ascoltarlo”, precisa Piredda. Il suo intento non è infatti quello di assecondare passivamente le esigenze dei clienti ma di effettuare un lavoro responsabile. I suoi tatuaggi sono frutto di un percorso guidato che mira a valorizzare le persone così come il loro fisico.
Come preparare la pelle
Per avere un risultato in linea con le proprie aspettative è bene rispettare precise regole: prima di tatuare la pelle bisogna prepararla. Una buona abitudine è quella di effettuare uno scrub (il giorno prima della seduta) necessario al fine di eliminare le cellule morte e ancora idratarsi bevendo, nei giorni che precedono il lavoro, almeno 2 litri di acqua. “Bisogna evitare tossine di qualsiasi genere. No dunque all’assunzione di alcol e farmaci”, precisa il tatuatore.
“Per chi è soggetto ad allergie, si raccomanda di controllare i componenti dei prodotti che verranno utilizzati per il tatuaggio e di informare immediatamente il tatuatore in merito alle sostanze a cui si sa di essere allergici”, consiglia il dermatologo. Inoltre è bene tenere a mente che i tatuaggi non si effettuano mai sulla pelle abbronzata o in presenza di ustioni, ferite etc. Altra cosa importante non vanno coperti i nei (voglie comprese): “Qualora dovessero subire dei cambiamenti non te ne accorgeresti”, precisa il tatuatore.
Come prendersi cura del tatuaggio
Una volta tornati a casa, è importante assumere un comportamento responsabile: esistono delle regole precise a cui attenersi per evitare l’insorgere di complicazioni. Da non dimenticare che la pelle ha subito una lesione ergo è necessario favorirne la guarigione e la cicatrizzazione.
“Affinché quella ‘ferita colorata’ divenga e resti per sempre un bel tatuaggio, è fondamentale prendersene cura. Per almeno 10-15 giorni è necessario evitare l’attività fisica così come i bagni in mare e l’acqua clorata”, precisa l’esperto. Mai dimenticare di proteggere il tatuaggio dal sole con un’adeguata protezione solare (minimo SPF 50). E non solo in spiaggia e in estate: anche in città, infatti, bisogna prendere le dovute precauzioni. “Le complicazioni post tatuaggio possono essere sia infettive sia allergiche, motivo per cui alcuni tatuatori consigliano di utilizzare creme antibiotiche e/o cortisoniche”, precisa il dermatologo.
Ecco la care routine: “Bisogna lavare il tatuaggio, con mani ben pulite, due volte al giorno avvalendosi solamente di acqua calda e di un detergente delicato. Successivamente, una volta indossati dei guanti monouso, si applica una crema lenitiva. Mai esagerare con il dosaggio. Venendo all’abbigliamento, è necessario indossare, a contatto con il tatuaggio, unicamente capi in puro cotone bianco. No ai tessuti colorati e sintetici”, ricorda Piredda.
Come rimuovere un tatuaggio
Pentirsi di un tatuaggio è possibile. Per rimuoverlo è però necessario ricorrere al laser. In alternativa è possibile ricoprirlo con un nuovo disegno: una pratica che però il tatuatore sconsiglia. “Il colore non copre il tatuaggio, quindi la copertura può essere effettuata solamente utilizzando il nero. Il lavoro finale risulterà molto più grande rispetto al precedente”, avvisa l’esperto. “Per evitare ogni complicazione/ripensamento è bene prestare attenzione a chi ci si affida e a cosa dice. Inoltre è necessario avere buon senso riservando al tatuaggio le cure di cui necessità”, conclude il professionista.
Se non ci si sente pronti per il grande passo, su Consigli.it vi abbiamo indicato alcuni tatuaggi rimovibili che prendono vita senza ago
Strumenti utili
Per prendersi cura del tatuaggio Tattoolicious propone una crema lenitiva e antibatterica realizzata con ingredienti provenienti da agricoltura biologica italiana certificata che, penetrando in profondità, nutre la pelle accelerando i tempi di rigenerazione.
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Perfetto come tattoo aftercare anche il balsamo La Roche-Posay: ripara e lenisce la pelle calmando il rossore e l’irritazione.
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