Sono buone, sane e nutrienti. E non possono mai mancare sulla tavola del cenone di Capodanno. Cosa sono? Le lenticchie, naturalmente. Questo piccolo legume è il protagonista incontrastato dei veglioni di S. Silvestro, la notte che fa da ponte tra l’anno vecchio e l’anno nuovo. Si dice, infatti, che portino fortuna e che chi le mangia potrà godere di un nuovo anno all’insegna della ricchezza e della prosperità. Per questo non si rinuncia mai a un buon piatto di lenticchie. Nemmeno dopo i sostanziosi banchetti di Capodanno a base di portate succulente. Sappiano, dunque, che questo antico legume è ricchissimo di vitamine, sali minerali e proteine. Sappiamo che è povero di grassi, gustoso e sostanzioso. E sappiamo che porta fortuna. Ma sappiamo anche perché?
No, non tutti conoscono il significato simbolico delle lenticchie e si tratta, peraltro, di un significato alquanto controverso perché, nella storia, non ha sempre assunto connotazioni positive.
Il significato delle lenticchie ai tempi dell’antica Roma
A Capodanno non si può rinunciare a un buon piatto di lenticchie perché si associano, simbolicamente, al guadagno. Tale usanza affonda le proprie radici in un passato lontano. In epoca romana, infatti, si usava regalare, all’inizio del nuovo anno, un sacchetto di lenticchie da appendere alla cintura.
Anche la forma delle lenticchie facilita l’associazione alle monete. E l’augurio era che il contenuto del sacchetto potesse trasformarsi in guadagni per chi lo indossava. Inoltre, già in epoca romana, le lenticchie erano considerate un alimento nutriente e sostanzioso in grado di sfamare e sostenere chi non poteva permettersi di consumare carne e cibi costosi. Un alimento povero, dunque, ma molto prezioso, che assicurava una buona riserva di cibo anche nei periodi più difficili.
Il significato ‘biblico’ delle lenticchie
Eppure il significato simbolico delle lenticchie non viene interpretato soltanto con accezioni positive. Nell’Antico Testamento, infatti, si fa menzione del legume in un episodio chiave per la storia del popolo ebraico: un episodio, però, che non mette in buona luce il piccolo legume. Si narra, infatti, che Esaù, tornato stanco e affamato da una lunga battuta di caccia, chiese al fratello Giacobbe un piatto della minestra di lenticchie che aveva preparato. Il gemello glielo concesse, a patto, però, che Esaù rinunciasse, in suo favore, alla propria eredità e al diritto di primogenitura.
Esaù, che non dava importanza a certi privilegi, accettò. E fu così che rinunciò ad assumere la guida del popolo ebraico. Tutto per un piatto di lenticchie. Proprio per questo, ai giorni nostri, si usa dire “vendersi per un piatto di lenticchie”. Concedere, cioè, il meglio di sé per una misera contropartita che non vale affatto ciò per cui viene ricevuta. Nella tradizione ebraica questo episodio, nel corso del tempo, ha favorito l’associazione del legume alle occasioni di lutto, a quando si perde qualcosa di prezioso.
Le lenticchie tra storia e leggenda
Se le lenticchie sono diventate oggetto di numerosi simbolismi è perché sono un alimento antichissimo che ha rappresentato un’importante fonte di sostentamento per popolazioni di diverse epoche e provenienze. Basti pensare che sono note e consumate sin dall’era neolitica. E che sono state il primo legume della storia ad essere coltivato ed il primo cibo a essere stato cotto. La loro coltivazione comincia in terra egizia, dove le acque del Nilo rendevano fertile il suolo con il limo. E dove, si narra, che le navi partissero da Pelusio, patria mitologica di Achille, per trasportarle fino alla Grecia e alla Magna Grecia.
Per millenni hanno, dunque, rappresentato un importante prodotto del commercio e dell’agricoltura dei Paesi del bacino del Mediterraneo. Erano apprezzate tanto dai Greci quanto dai Romani. Tanto che l’imperatore Caligola scelse proprio un carico di lenticchie per proteggere, durante il trasporto per mare, l’obelisco egiziano che oggi troneggia su piazza San Pietro.
Come ogni celebrità, però, anche le lenticchie annoverano sostenitori e detrattori. E se Plinio ne decantava le proprietà nutritive e la capacità di rilassare gli animi, il letterato Artemidoro, nel suo trattato sull’interpretazione dei sogni, le considerava annunciatrici di lutti e sventure. Il medico rinascimentale Petronio le consigliava a coloro che desideravano condurre una vita modesta, visto che all’epoca erano considerate il cibo degli umili, alla corte di Luigi XIV erano state persino relegate a mangime per cavalli. Nemmeno Alexandre Dumas era un loro grande estimatore. Nel suo ‘Grand Dictionnair de Cuisine’ del 1873 ne parla addirittura come di un pessimo alimento.
Tra storia e leggenda, tra simbologie e superstizioni, le lenticchie hanno molto da raccontare. E quando ne mangeremo un piatto per buon augurio la notte di Capodanno, sapremo che questo semplice gesto affonda le proprie radici in un passato affascinante e lontano.