In un mondo sempre più attento alla sostenibilità ambientale, neanche la moda può chiudere gli occhi dinanzi all’esigenza, sempre più sentita, di proteggere l’ambiente anche con i piccoli gesti quotidiani. La moda, promotrice e portavoce delle nuove tendenze, ha l’obbligo di mantenersi al passo con i tempi. E di proporsi, ove possibile, come un esempio positivo per i suoi consumatori. Negli ultimi anni in molti, dai grandi marchi sino a brand emergenti e giovani designer, hanno risposto al richiamo della moda etica. In particolare, in nome dell’amore per ogni creatura del pianeta e nel rispetto della filosofia del cruelty free, sono numerosi i ricercatori che si sono dedicati alla creazioni di materiali belli e sostenibili che potessero sostituire completamente l’utilizzo di pelle e cuoio nella realizzazione di abiti, accessori e complementi di arredo.
Si tratta di materiali innovativi che riducono al minimo gli sprechi di acqua ed elettricità nei processi produttivi. Che salvaguardano gli animali. E che contribuiscono a semplificare lo smaltimento di materiali di scarto di origine vegetale. Rifiuti che acquisiscono, dunque, nuovo valore e nuova dignità. E che diventando la materia prima per la realizzazione di pelle e cuoio vegan di qualità. Dalle mele, alle foglie d’ananas sino alle vinacce, la natura offre un contributo prezioso anche all’industria della moda.
Pelle e cuoio vegan all’insegna del “made in Italy”
Da sempre Italia e moda vanno a braccetto. Proprio per questo, nel nostro Paese, non potevano certamente mancare le iniziative volte a rendere il made in Italy etico, sostenibile e cruelty free. Arriva, infatti, direttamente da Bolzano la nuovissima pelle a base di mela, la cosiddetta “pellemela”. È una creazione dell’azienda Frumat, nata dall’ingegno di Alberto Volcan, un ingegnere che ha saputo vedere e sfruttare il potenziale degli scarti delle mele. Dopo anni di studi, cominciati nel 2008, i torsoli e le bucce del frutto locale per eccellenza si sono trasformati in una preziosa materia prima. Una risorsa che ha consentito di realizzare un materiale simile alla pelle ma completamente “vegan”. Il tutto avvalendosi di un processo produttivo che riduce al minimo gli sprechi. Un materiale perfetto per realizzare accessori moda e rivestimenti di design per divani che sostituiscano in tutto e per tutto pelle e cuoio.
La natura ti fa bella non soltanto indossandola. Su Consigli.it abbiamo analizzato e descritto i alcuni cosmetici naturali su Consigli.it per prendersi cura del corpo
L’innovativa Wine Leather di Vegea condivide con Frumat una storia simile. L’azienda milanese, infatti, si è fatta portavoce di un importante messaggio di sostenibilità progettando un materiale simile alla pelle sfruttando le vinacce rivenienti dagli annuali processi di vinificazione. Il materiale, bello e resistente, è stato già impiegato per la realizzazione di intere collezioni di accessori moda. Anche grazie alla possibilità di ottenere finiture, colori e consistenze sempre differenti. Le vinacce, un tempo considerate soltanto un rifiuto difficile da smaltire, sono oggi una materia prima utile. E non soltanto nel periodo della vendemmia. La loro essiccazione dopo la spremitura, oltre ad evitarne le biodegradazione, ne consente, infatti, la conservazione fino a tre anni.
Il cuoio vegano esotico
A tante interessanti realtà tutte italiane, si affiancano progetti altrettanto virtuosi provenienti dall’estero. È il caso dell’ormai noto cuoio vegetale Pinatex, frutto degli studi di Carmen Hijosa. La ricercatrice filippina ha, infatti, trovato il modo di trasformare le foglie di ananas in un materiale talmente simile al cuoio da ingannare anche l’occhio più attento. Prodotto di punta dell’azienda Ananas Anam, il materiale è diventato famoso anche grazie ad H&M. Il noto marchio di moda lo ha, infatti, utilizzato per la realizzazione dei capi della sua collezione Conscious Exclusive 2019.
Oltre al bellissimo Pinatex, l’azienda svedese si è avvalsa anche di altri materiali sostenibili. Primo su tutti l’italiano Orange Fiber. Si tratta di un tessuto simile alla seta messo a punto da due giovani siciliane che hanno trovato il modo di sfruttare le bucce delle arance, altrimenti difficili da smaltire. Il tessuto aveva già attirato l’attenzione di Ferragamo che lo aveva scelto per realizzare una capsule collection.