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A voi il progresso a me l’unicità: i tasti artigianali

Il progetto estetico-politico di Jelly Key nato per riportare l’Io nella catena di massa della tecnologia

Tastiere personalizzate Jelly Key
Jelly Key

Diciamo pure che “tastiere personalizzate” non è un termine che rende bene l’idea. Perché trovarsi al posto della ‘i’ o della ‘u’ una scultura fatta di colori e minuscoli oggetti in miniatura, significa essere proiettati in un altro mondo. Da quello dell’hardware come concetto legato all’industria di massa e alla replicabilità, al mondo dell’immaginazione e dell’unicità. Jelly Key, azienda vietnamita produttrice di tastiere personalizzate e di tasti realizzati a mano, ha pensato così di riportare un po’ di spirito umano nel mondo sterile dell’hi-tech. La vittoria dell’Io in una società conformista all’ennesima potenza?

Tasti personalizzati di Jelly Key
Tastiere personalizzate Jelly Key

Tastiere personalizzate, addio monotonia

Interrompere un flusso di normalità monotona, ci si collega al pc come atto quotidiano, per portare l’utente all’interno di un potente atto di suggestione. Così i tasti diventano oggetti dai colori particolarissimi e dalle fantasie originali. Pulsanti che fanno di tutto per non passare inosservati e trasformarsi in bandiere hi-tech con un cuore artigiano. Per realizzarli vengono usati argilla e resina insieme a legno giapponese e vietnamita, poi polvere di glitter e inchiostro. Ogni tasto è parte di una collezione tematica e viene venduto separatamente o insieme ad altri esemplari dello stesso tipo. Proprio le dimensioni minimali rendono poi il lavoro artigianale particolarmente prezioso e difficile; in pratica sono un’alternativa lussuosa alle classiche tastiere che descriviamo qui.

Tasti personalizzati di Jelly Key
Tasti personalizzati di Jelly Key

Tasti creativi contro la noia

Fino a oggi si sono visti tasti-sculture ispirati alle sneaker, ai coralli, e al mondo dello zen pond; il laghetto artificiale del giardino giapponese. Un tasto costa intorno ai 50 dollari.  C’è però anche dello spirito politico nell’iniziativa. Ossia l’idea di portare il concetto di bellezza nel campo della funzionalità tecnologica e di dare un tocco umano laddove nessuno rifiuta l’importanza delle macchine ma dove qualcuno rimpiange esperienze a tre dimensioni. E se gli androidi sognano pecore elettriche nulla vieta ai tasti di far immaginare foreste, profumi e colori che magari non vedranno e non vedremo mai.

 

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