Amal Clooney sta mandando in visibilio le fashion-addict con i suoi modelli bicolor. Celine Dion lo ha sfoggiato lungo e plastificato, effetto Matrix. Babyk ne ha adottata una versione arancio fluo super-sexy, da indossare a pelle. Meghan Markle nel recente viaggio in Sudafrica lo ha scelto smanicato. Parliamo degli ultimi trench diventati ‘virali’, ma gli esempi di chi lo indossa e come lo porta potrebbero creare un elenco infinito. Perché questo capospalla ha letteralmente attraversato le epoche, vestendo generazioni di uomini e donne durante ogni mezza stagione. Un capospalla che sta all’autunno quanto le foglie rosse sugli alberi, e che torna ogni anno con la l’aria sempreverde di un grande classico.
Il trench è probabilmente il capo più cinematografico che esista. E forse anche quello che più è salito in passerella nella storia della moda. Ma la sua origine è tutt’altro che glamour.
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La lunga vita del trench
Esso nasce infatti come protezione per i soldati impegnati nel primo conflitto mondiale (trench coat significa, letteralmente, cappotto da trincea). Era infatti progettato in modo da assicurare impermeabilità e protezione ai militari, ma anche una discreta libertà di movimento. Le caratteristiche tecniche di questo capo sono infatti quelle che lo distinguono da altri tipi di impermeabile, anche se nel linguaggio comune si tende ad identificare come ‘trench’ ogni modello doppiopetto con la tipica cintura ai fianchi.
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In verità un trench ‘puro’ si distingue per alcuni dettagli, che in origine avevano anche funzioni ben precise. Ad esempio le spalline che davano la possibilità di apporre le mostrine militari. Il doppiopetto per maggiore protezione. La falda sul pettorale che faceva scorrere l’acqua in caso di pioggia evitando che entrasse dai bottoni più alti, e quella sulle scapole che lasciava scivolare l’umidità senza che venisse a contatto con il tessuto sulla schiena. Ancora, gli ampi spacchi laterali che consentivano di infilare le mani in tasca, e la cintura che, in origine, aveva anelli in ottone per appendervi accessori. E naturalmente la manica raglan, unita al corpetto con una cucitura obliqua che consentiva ampi movimenti delle braccia senza costringere. Il tessuto principalmente era gabardine, un tipo di orditura compatta e molto densa del filato di cotone.
Il trench per antonomasia è quello che Thomas Burberry ha reso celebre, ma non sarebbe stato il primo a produrlo (anche se è suo il brevetto del gabardine). In verità non si sa con certezza la cronologia, ma i primi impermeabili nacquero nella prima metà del 1800 da sarti e produttori inglesi. Come Charles Machintosh, che brevettò Aquascutum distribuendo i suoi capi ai soldati impegnati nella Guerra di Crimea. Questo tipo di impermeabile diventò così celebre da essere indossato da Re Edoardo VII. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Aquascutum iniziò a fornire ai militari un capo che potremmo considerare l’antesignano del trench. Divenuto poi tra le mani di Thomas Burberry il mitico capo che oggi conosciamo.
Il trench sbarca al cinema
Anche la Seconda Guerra Mondiale vede il trench protagonista, indossato da diversi eserciti. Ma il leggendario impermeabile riesce ad uscire dal contesto militare entrando nell’abbigliamento civile. E diventando nel giro di pochi anni una vera e propria icona grazie alle pellicole cinematografiche. Pensiamo a Humphrey Bogart in ‘Casablanca’, a Peter Sellers ne ‘La Pantera Rosa’. Diventa quindi un capo anche femminile grazie a celebri testimonial come Marlene Dietrich, o la nostrana Sophia Loren. E naturalmente si imprime per sempre, indelebilmente, nell’immaginario collettivo addosso a Audrey Hepburn in ‘Colazione da Tiffany’. Il mondo del cinema ama follemente questo capo, e difatti con gli esempi arriviamo tranquillamente all’epoca contemporanea (Meryl Streep in ‘Il Diavolo veste Prada’, per esempio).
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Insomma, se state cercando un capo per la mezza stagione, funzionale ma anche tremendamente glamour, e soprattutto un pezzo che non passerà mai di moda, con il trench avete una garanzia. Fra l’altro, non è da sottovalutare la componente pratico/estetica: sta bene con qualsiasi outfit, dal più classico e formale a quello casual e sportivo.
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