Per valorizzare l’eccezionale presenza a Lugano del “Trittico della Natura” di Segantini, il MASI presenta la mostra Sublime. Luce e paesaggio intorno a Giovanni Segantini. L’iniziativa raccoglie intorno all’opera monumentale del grande maestro artisti come Giacometti, Boccioni, Hodler e Burkhard. La mostra vuole così tracciare un percorso visivo della pittura di paesaggio, intesa come espressione del “Sentimento di montagna” in Svizzera e all’estero. Curata da Cristina Sonderegger e Francesca Benini l’esposizione rimarrà aperta fino al prossimo 10 novembre.
Una mostra nella mostra
L’esposizione copre un arco cronologico che va dal XVIII al XXI secolo. Centrale è il dialogo tra il Trittico della Natura di Giovanni Segantini e l’installazione video Die Magische Bergwelt in den Filmen von Daniel Schmid dello svizzero This Brunner. Le opere sono infatti collocate una di fronte all’altra dando luogo a una mostra nella mostra. Per vent’anni curatore della sezione Film Tributes di Art Basel, Brunner realizza un’opera coinvolgente. Si tratta di una sequenza di scene tratte da quattro capolavori del regista grigionese Daniel Schmid. L’installazione restituisce una visione del paesaggio alpino tra idealizzazione, magia e realtà.
Sublime: il percorso espositivo
La mostra che si dispiega attorno ai due grandi lavori di Segantini e Brunner, presenta 60 opere. Ad aprire la visita il protagonista del romanticismo europeo, William Turner e due illustri interpreti della mitologia alpina. Si tratta di Alexandre Calame e il giovane Ferdinand Hodler. Seguono i lavori di Giovanni Giacometti e Umberto Boccioni, vicini all’opera di Segantini. Del primo è esposta la bella tela Sera sull’alpe datata 1908. Del secondo è presente un importante nucleo di opere appartenenti alla donazione Chiattone. Nel percorso si incontrano alcuni artisti contemporanei per cui la rapprentazione della montagna diventa ambivalente. È il caso degli elvetici Lutz e Guggisberg, Balthasar Burkhard e Not Vital.
Gli artisti ticinesi
Numerosi in mostra sono i dipinti di paesaggio e vita rurale eseguiti da artisti ticinesi. È infatti possibile ritrovare un senso di sublimazione in autori come Filippo Franzoni, Luigi Rossi e Roberto Donetta. Il primo interpreta i paesaggi locarnesi come stati d’animo, aprendosi a una sensibilità simbolista. Le figure rurali del secondo sono invece portatrici di quei valori esistenziali vicini al modello segantiniano con una valenza identitaria ticinese. Infine l’opera fotografica di Roberto Donetta documenta la vita in trasformazione verso la modernità della valle di Blenio.