L’ asma infantile, una malattia infiammatoria cronica dei bronchi, è una delle patologie più diffuse al mondo tra i bambini. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Institute for Global Health di Barcellona (ISGlobal), una percentuale significativa dei casi pediatrici potrebbe essere provocata dall’inquinamento atmosferico. Il rischio? Si potrebbero innescare processi infiammatori nelle vie aeree tanto da causare difficoltà respiratorie nei bambini più predisposti.
Asma infantile, la minaccia arriva dallo smog
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La ricerca, come si legge sul Daily Mail, si è concentrata su più di 63 milioni di bambini provenienti da 18 diversi paesi europei. Sono stati confrontati i tassi di incidenza dell’asma con le stime dei livelli di sostanze inquinanti a cui i giovani coinvolti nello studio sarebbero stati esposti. A finire sotto accusa sono state in primis le micro particelle conosciute come PM2.5. Vengono prodotte principalmente dal traffico. Ma anche dall’industria e dal riscaldamento domestico. Nella lista nera figurano anche il biossido di azoto (NO2) e il black carbon, associati principalmente alle emissioni di gas di scarico dei veicoli.
Stando a quanto pubblicato sull’European Respiratory Journal, i ricercatori hanno preso in considerazione due diversi scenari. Il primo si basava sui livelli massimi di inquinamento dell’aria raccomandati dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Cosa è emerso? Per quel che concerne il PM2.5 sarebbe stato possibilità prevenire 66.600 casi di asma infantile ogni anno (11% dei casi totali verificatisi). Diverso il caso per l’NO2. Attenendosi alle linee guide dell’OMS si sarebbero potuti prevenire 2.400 casi all’anno (0,4% dei casi verificatisi). Secondo gli esperti le attuali linee guida non fornirebbero una protezione sufficiente per i bambini. Dovrebbero dunque essere rivisti.
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Le conclusioni
Il secondo scenario prendeva in considerazione i livelli più bassi dei contaminanti registrati in studi precedenti relativamente a PM2.5, NO2 e black carbon. Attenendosi a questi valori, si sarebbero potuti evitare, rispettivamente più di 190.000, 135.000 e 89.000 casi all’anno di asma infantile.“Le nostre stime sottolineano l’urgente necessità di ridurre l’esposizione all’inquinamento atmosferico dei bambini in Europa” – ha concluso il Professor Mark Nieuwenhuijsen, uno degli autori dello studio.