L’estate è ormai agli sgoccioli ma, per molti, le vacanze in realtà devono ancora iniziare. C’è infatti chi va controcorrente e preferisce partire quando tutti rientrano. Che sia a settembre o nei mesi a seguire, le vacanze sono sacrosante. A quanto pare però causano anche ansia. Ebbene sì, stando a quanto emerso da un’indagine condotta da Espresso Communication, sono soprattutto i Millennials a risentire della sindrome nota come vacation shaming.
Lo faccio subito o domani? Smettere di procrastinare si può
Vacation shaming, i Millennials hanno paura a chiedere le ferie al capo
A confermarlo sono stati i dati diffusi da una ricerca americana pubblicata su AdWeek. Il 63% dei Millennials, nonché il 76% dei giovani appartenenti alla Generazione Z, provano ansia nel momento in cui devono affrontare l’argomento vacanze con il capo. Il discorso non interessa solo gli Stati Uniti ma anche l’Italia. A risentirne sono soprattutto le donne (64%). Secondo una ricerca condotta dalla National Health Association e pubblicata su Business Journals, il 57% delle donne appartenenti alla Generazione Z, anche se in ferie, ha dichiarato di aver risposto a delle mail di lavoro.
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Stress, le minacce
Le principali fonti di stress? La scelta del giusto momento per comunicare la richiesta di ferie al capo (34%), la paura di possibili ripercussioni lavorative (27%) e di tensioni con i colleghi (21%). A tutto ciò si aggiungono una serie di ulteriori preoccupazioni legate all’organizzazione last minute del viaggio a causa dei ritardi nell’approvazione del piano ferie (34%), i problemi economici legati al budget (26%) e ancora il pensiero di dover tornare in ufficio alla solita routine (29%).
Andare in ferie fa bene alla salute
Vacation shaming: come fare per arginare questo fenomeno? Secondo Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, non bisogna mai dimenticare che le ferie sono un diritto a cui nessun lavoratore deve rinunciare. Per godersele con serenità basta capire il giusto periodo in cui assentarsi. Non resta poi che comunicare, in anticipo, a colleghi e superiori le proprie intenzioni. Si evitano così litigi e malumori.
In caso di necessità, non c’è niente di male a lanciare un sos ai propri colleghi: è un gesto che aumenta la fiducia così come il teamworking. Non in ultimo è fondamentale trasformare il senso di colpa in una consapevolezza di necessità. Andare in vacanza fa bene alla salute. E non solo: “La pausa estiva rappresenta una forma di manutenzione obbligatoria da attuare per continuare ad apportare risultati efficaci per l’azienda, nel team e in famiglia” – ha precisato l’esperta.