Lo sentiamo ripetere ogni anno, e con toni sempre più allarmisti. La pelle, soprattutto nei mesi estivi, va protetta dagli effetti nefasti dei raggi UV. Ma esattamente in cosa consistono questi pericoli? Perché i raggi solari fanno così male? Cerchiamo le risposte da fonti autorevoli.
Innanzitutto, sottolinea Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, è importante sottolineare che siamo esposti quotidianamente a radiazioni che vengono anche da fonti artificiali. In ogni caso proviene dal Sole a maggior parte di raggi UV. La maggioranza di quelli che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in minor parte, UVB. I loro livelli, spiega l’istituto, dipendono da alcuni fattori ambientali, come l’altezza del Sole e la latitudine. In pratica, diventano più ‘pericolosi’aumentando l’altitudine, durante le ore più calde e nei mesi estivi, e quando la nuvolosità è assente. Fattore ambientale molto importante è inoltre lo strato di ozono (il cui ‘buco’ sappiamo essere uno dei principali problemi ecologici del pianeta). E la capacità riflettente del terreno (la neve riflette più radiazioni della sabbia, per intenderci).
Danni da raggi UV: quali i rischi?
Secondo l’OMS sono da considerare seriamente almeno 9 malattie strettamente legate all’esposizione ai raggi UV. Si tratta di melanomi, carcinomi, cheratosi o malattie croniche della pelle, scottature, cataratta e pterigio per quanto riguarda i danni oculari, e riattivazione dell’herpes labiale. Anche il Ministero della Salute è d’accordo, e, sul portale dedicato (Sulla mia Pelle) specifica che “Tra i fattori di rischio più importanti nell’insorgenza dei tumori cutanei e del melanoma vi è la sovraesposizione ai raggi solari”. È vero che l’esposizione al sole ha anche aspetti positivi, specialmente quello di permettere all’organismo di produrre vitamina D (benefica per ossa, muscoli, sistema immunitario). Ma, sottolinea il ministero, bastano pochi minuti al giorno per svilupparla correttamente.
Invece, occorre ricordare che l’abbronzatura è in realtà un meccanismo di difesa della pelle. Quando esposta ai raggi UV, la pelle attiva i melanociti, cellule che producono la melanina. Sostanza serve ad aumentare la resistenza ai danni immediati e a ritardare quelli sul lungo termine. Insomma, quando ci abbronziamo è perché la pelle si sta ‘difendendo’.
Se il tema della salute non fosse sufficiente a convincervi a proteggervi adeguatamente, considerate almeno il fattore ‘estetico’. I raggi solari infatti accelerano il processo di invecchiamento cutaneo. E quindi l’insorgenza di rughe, macchie. A lungo andare infatti gli UV danneggiano il collagene e l’elastina, responsabili della tonicità della pelle. Ecco che dal punto di vista estetico si hanno cedimenti, pigmentazioni, segni di invecchiamento prematuri.
Protezione, sempre e comunque
Insomma, la protezione non è mai troppa. È fondamentale per la salute usare sempre creme con filtri solari, il cui fattore protettivo deve essere adeguato al proprio fototipo. Più le pelli sono chiare, più sono sensibili, ma questo non esime le pelli più brunite o scure dall’usare la protezione. Inoltre è bene usare barriere ‘fisiche’, specialmente nelle ore più calde, come occhiali da sole adeguati, cappelli, indumenti. Non solo al mare: anche in città è bene proteggere la pelle, specialmente considerando che lo smog è una causa di stress ulteriore che mette a dura prova il benessere cutaneo.
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