Russare, spesso, crea disagio. In realtà sarebbe riduttivo parlare solo di un fastidio. Questo disturbo, infatti, potrebbe anche essere un campanello d’allarme. Stando a quanto emerso a seguito di uno studio condotto dai ricercatori dell’Aristotle University di Salonicco, e pubblicato sulla rivista European Respiratory Journal, a essere maggiormente a rischio sarebbero le donne. Colorono che soffrono di apnea ostruttiva del sonno (OSA), infatti, avrebbero maggiori probabilità di ammalarsi di tumore. Questa forma di apnea notturna comporta la chiusura parziale o completa delle vie aeree superiori con una conseguente riduzione del livello di ossigeno nel sangue.
Stando a quanto riporta il Daily Mail, a essere colpite sono circa 4 persone su 10 solo nel Regno Unito e più di 22 milioni negli Stati Uniti. Secondo il National Health Service (NHS) l’OSA, se non tenuta sotto controllo, potrebbe portare a ipertensione, ictus, infarto o diabete di tipo 2.
Apnea notturna, donne a rischio
I ricercatori, al fine di validare la tesi, hanno analizzato i dati di 19.000 persone. Ovvero 5.789 donne e 13.767 uomini. Hanno dunque esaminato ogni quanto i volontari hanno avuto una chiusura parziale o completa delle vie aeree durante il sonno. Hanno inoltre registrato quante volte, durante la notte, il livello di ossigeno nel sangue è sceso sotto il 90%.
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I dati hanno mostrato che a 388 persone (circa il 2% dei partecipanti) era stato diagnosticato un cancro grave. Parliamo di 160 donne (il 2,8% delle donne totali) e 228 uomini (l’1,7% di tutti gli uomini del gruppo). Cosa è emerso? Il cancro era più diffuso nelle donne con OSA rispetto agli uomini.
Conclusioni
Tuttavia la Dott.ssa Athanasia Pataka, co-autrice dello studio, ritiene che siano necessarie ulteriori ricerche per confermare i risultati. A rassicurare coloro che soffrono di questo disturbo è stata la Dott.ssa Anita Simonds, esperta in disturbi respiratori nel sonno presso il Royal Brompton and Harefield NHS Foundation Trust. A suo dire, infatti, l’incidenza di tumore tra i soggetti analizzati nello studio è appena del 2%.
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