Ci vuole coraggio a lasciare. Inutile negarlo, tantissime coppie giunte al capolinea rimangono insieme per la paura di separarsi. Eppure, accettare la fine di una relazione è spesso una necessità. Ma quali sono i meccanismi che scattano a livello psicologico rendendo incapaci di prendere una decisione? Perché non riusciamo a chiudere, pur essendo consci che il ‘meglio soli che male accompagnati’ è un detto assolutamente valido? Se lo chiedono psicologi e terapisti di coppia, e grazie al portale Guidapsicologi.it si sono potuti analizzare alcuni dati interessanti sul tema.
Chi ha paura di lasciare?
Secondo lo studio i millennials sono i più tormentati dalle dinamiche di chiusura. Rappresentano il 43% del totale, seguiti dalla generazione X (35-44) con un buon 30%. Nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni la difficoltà di lasciare è accentuata dal fatto di trovarsi in pieno processo di costruzione. Comprare casa, fare dei figli, non essere pienamente indipendenti dal punto di vista economico. A preoccuparsi sono soprattutto le donne. E di nuovo al primo posto ci sono le millennials (44,3%), seguite dalla generazione precedente (33,8%). Non a caso, emerge che la predisposizione ad analizzare e mettere in discussione sono in generale tratti che si riscontrano più spesso nelle donne. Inoltre, considerata l’epoca di grandi cambiamenti per il genere femminile e la ridefinizione dei ruoli, assicurarsi gli spazi di ‘libertà’ conquistata è un esercizio che le donne tendono a mettere più in pratica.
Emerge inoltre dall’indagine un altro dato. Dopo i 40 anni è spesso l’arrivo di una terza persona a fare da ‘trampolino’ per lanciarsi e chiudere la propria relazione. Acquisendo nuova consapevolezza, data sia dagli anni anagrafici che dalle esperienze di vita, si impara a capire cosa si desidera e cosa no. E spesso una nuova passione (67,9% dei casi negli over 40) diventa la goccia che fa traboccare il vaso, spingendo a rendere esplicita la rottura. Anche se, con molta probabilità, la predisposizione a far entrare qualcun altro nella propria vita avviene quando la relazione ufficiale è già traballante.
Trovare il coraggio
Trattandosi di temi molto complessi e dalle mille sfaccettature, sarebbe un errore identificare regole di comportamento assolute. Ma è importante riconoscere quali sono i comportamenti di auto inganno che possono mettersi in atto per saperli contrastare. Le dinamiche emerse dall’indagine sottolineano che a frenare sono soprattutto: la preoccupazione per i sentimenti dell’altro. Il senso del dovere. La paura di non farcela da soli. Il valore del percorso comune. Il senso di colpa.
Ma, ricordano gli esperti, stare con una persona per non ferirla non è fare il suo bene, anzi. Se si vuole bene è giusto lasciare l’altro libero di trovare una persona che lo ami davvero. Per quanto riguarda il senso del dovere è un sentimento nobilissimo, ma il dovere principale è il rispetto dell’altro e di sé. Ancora, rimanere con una persona per paura di non farcela da soli è svilente verso sé stessi e verso l’altro. Il percorso comune non perde il suo valore se si decide di interromperlo, però lo perderebbe nel caso in cui si venisse trasformato in una serie di menzogne e insoddisfazioni. Infine, una relazione tenuta insieme dal senso di colpa non ha un grande futuro, in tutti i casi.