Donne al volante… non è affatto vero che c’è pericolo costante. O, perlomeno, questo vecchio detto non dovrebbe essere applicato alle gare automobilistiche. Come accade in molti sport, anche in questo settore c’è un notevole stigma quando si parla di donne. In particolare, si tende a pensare che le automobiliste, ‘in quei giorni’ possano non essere pienamente in controllo delle proprie facoltà. E che guidare una macchina da corsa sia una cosa ‘da uomini’. Ma uno studio di recente pubblicazione (lo potete leggere qui) smentisce totalmente questi stereotipi.
Automobiliste, quando lo stigma è una falsità
Carmen Jorda, pilota tra le più famose al mondo, ha di recente affermato che le donne dovrebbero dedicarsi più alla Formula E che alla Formula 1, perché ‘meno fisica’. Affermazioni che hanno infastidito non poche pilota professioniste, stanche di essere additate come meno adatte alle corse impegnative. L’Università del Michigan ha condotto uno studio in cui si smentisce decisamente il punto di vista di Jorda e di chi è d’accordo con lei. Riscontrando che le automobiliste non hanno alcun limite fisico o psicologico rispetto agli uomini.
Durante la ricerca, che ha coinvolto 6 piloti uomini e 6 donne, sono stati analizzati alcuni dei parametri fisici ritenuti più importanti per gareggiare con un’auto da corsa. Ovvero quelli che indicano condizioni di particolare affaticamento e stress. Come la respirazione, l’accelerazione del battito cardiaco, la temperatura corporea. In particolare, le analisi sono state svolte considerando le fasi del ciclo mestruale. Già, perché queste, con le fluttuazioni ormonali che implicano, sono spesso considerate la ragione per cui le automobiliste potrebbero essere meno padrone della situazione.
Il risultato? Non sono state riscontrate differenze di alcun genere. Oltretutto, le pilota sottoposte ai test avevano meno di 10 anni di esperienza, e la loro respirazione, temperatura corporea, battito cardiaco non differiva per nulla da quello dei colleghi uomini più esperti. I ricercatori hanno notato che i parametri fisici che indicano stress e fatica cambiavano in base a fattori ‘esterni’, come il tipo di automobile. Ma non al sesso e certamente non in base alla fase del ciclo.