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Boom italiano, una mostra per riscoprire la Storia

La mostra che ne racconta il profilo guardando a diversi mondi. Dal design ai mass media

Boom italiano, pagina de La Domenica del Corriere
Boom italiano

Il boom italiano dal 1950 al 1966. Com’era l’Italia in quegli anni, cosa sognava, cosa sperava e qual era il suo identikit principale. A questo argomento si dedica la mostra BOOM! Italia 1950 – 1966, I vent’anni dell’entusiasmo. La mostra è stata inaugurata sabato 6 aprile all’interno del Palazzo Salmatoris di Cherasco e andrà avanti, con ingresso gratuito, fino al 16 giugno 2019. L’obiettivo della mostra è raccontare con esaustività una società nel suo complesso. Per questo troveranno posto diverse forme espressive. Dai media, al design, tutto serve a narrare l’Io collettivo della Nazione di ieri.

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Ultimo aggiornamento il 14 Novembre 2024 17:05

Boom italiano: i dettagli sulla mostra dedicata al boom economico

Secondo l’organizzazione, la mostra è dedicata ‘al tempo che offrì agli Italiani la possibilità di ricostruire la propria esistenza sulle macerie, e sulle miserie, di due guerre mondiali.’.

Nel 1950, elaborato il lutto, ripartito il lavoro e trovato un equilibrio politico, l’Italia decise, quasi inconsciamente, di cambiare passo. E così entrare a far parte di quella società tecnologicamente attrezzata che gli Americani liberatori conoscevano già da tempo.

La mostra “Boom! Italia 1950-1966” racconta in un allestimento divertente, ricco di sorprese e pezzi unici l’avventura di una generazione “povera ma bella”, che dovette convivere con quella precedente nel suo aspetto borghese, benestante ed elegante: entrambe impegnate a conquistare le infinite meraviglie che a tutti offriva un tempo nuovissimo, in cui ogni cosa sembrava possibile.

Gli ambienti e i fili tematici

La mostra narra questa progressiva trasformazione. E lo fa proponendo, nella sede di Palazzo Salmatoris a Cherasco, la ricostruzione di una abitazionedi una scuoladi un ufficiodelle attività sportive. Accanto anche i momenti ludici del bar, del pomeriggio in sartoria o sulla spiaggia. Ma anche i momenti di grande impatto come il Centenario dell’Unità d’Italia – Italia ’61, e il Concilio Vaticano II troveranno uno spazio speciale.

Ovviamente c’è anche posto per i media.

Il leitmotiv narrativo della mostra saranno i giornali, quotidiani e settimanali ritornati finalmente liberi e propositivi: le splendide tavole della Domenica del Corriere e del Corriere dei Piccoli – vera storia illustrata dell’epoca; le prime pagine, con titoli a caratteri cubitali de La Stampa; le fotografie d’epoca, le locandine cinematografiche e tutti quegli oggetti, utili, ma trasformati da un nuovissimo concetto di design, che avrebbero trasformato radicalmente l’estetica stessa del vivere comune.
In BOOM! Italia 1950 – 1966 ognuno può fare il suo percorso in un allestimento che coinvolge e diverte. Può trovare il suo mondo e scoprire le proprie passioni – dalla moda alla cultura, dal sociale alla tecnologia, dall’arte alla musica -. E infine confrontarsi con un tempo che appare lontano, ma che è il vero fondamento della cultura di oggi.

Dal design alle copertine celebri

Nello spazio dedicato al design, alcuni mobili da ufficio disegnati da Ettore Sottsass per la ABET LAMINATI e il primo computer del mondo Olivetti. Poi il mitico P 101, le primissime lavatrici a mano. Ricchissima la sezione dedicata all’editoria. Ci sono le prime edizioni degli straordinari libri di autori italiani editi in quegli anni, come L’orologio di Carlo Levi, o De Profundis di Salvatore Satta, fotografie degli anni che avrebbero dato il via al Boom!. Troviamo anche tantissimi giornali di moda e costume dell’epoca. E poi capi d’abbigliamento, oggetti come le calze nere delle Sorelle Kessler che, oggetto iconico per eccellenza.

La parte grafica

E ancora: i manifesti e le locandine della stagione cinematografica del neorealismo che si mescolano in un viaggio nella memoria scandito dalle copertine del Corriere e de La Stampa. Si ricordano così avvenimenti come l’alluvione del Polesine, il crollo della diga del Vajont, la liberazione di Trieste, le Olimpiadi di Roma 1960 alle Copertine del Corriere dei Piccoli con le imperdibili “avventure del Signor Bonaventura”.

 

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