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Gli anni ’60 secondo Quentin Tarantino

Il regista di Pulp Fiction ricostruisce il 1969 nel suo nuovo film, per raccontare una storia corale sullo sfondo dei delitti di Charles Manson

C’era una volta a Hollywood Quentin Tarantino. C’era una volta il 1969, l’anno di Woodstock, dell’esplosione della cultura hippie. L’anno che segnò la fine di un decennio rivoluzionario. L’anno che anticipò l’opprimente paranoia degli anni ’70. Come? Ovviamente con i delitti della Family di Charles Manson, il più notorio criminale del Ventesimo Secolo.

Quentin Tarantino è uno che ama le sfide. Ama i progetti complessi, che tradiscono le aspettative del pubblico. Lo abbiamo già visto con Bastardi senza gloria, sulla carta un film di guerra ispirato ai sottoprodotti bellici italiani degli anni ’70. Rivelatosi invece un western. Lo abbiamo visto con i suoi due western Django Unchained e The Hateful Eight. Che dei veri western non sono affatto.

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Il 1969 e i delitti di Manson secondo Quentin Tarantino.

Quando nasce C’era una volta a Hollywood, gira voce che sarà il primo film di Quentin Tarantino basato su una storia vera. Quella del più famoso tra i delitti della Manson Family, l’uccisione di Sharon Tate. L’attrice, modella e moglie del regista Roman Polanski era incinta di otto mesi quando fu brutalmente assassinata nella notte tra 8 e 9 agosto 1969. Manson aveva ordinato tutto, e poco dopo sarebbe stato condannato a morte (pena poi commutata in ergastolo).

Ma a Tarantino non interessa questo, o, per lo meno, non solo questo. A Tarantino interessa parlare di quell’anno tanto fondamentale. Del passaggio tra i decenni, e tra due decenni che non solo hanno definito il mondo in cui viviamo, ma anche dato tanto al cinema. Perché, in fondo, con Quentin Tarantino sempre lì si va a parare.

E infatti, C’era una volta a Hollywood seguirà le vicende di Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex stella di una serie televisiva western che, con l’aiuto del suo migliore amico e controfigura Cliff Booth (Brad Pitt), tenta di fare il salto nella serie A hollywoodiana. Un affresco corale su una Hollywood che non c’è più, nella vena di Pulp Fiction. Sullo sfondo i terribili delitti della Family: non a caso Margot Robbie incarnerà la povera Sharon Tate.

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Il cast più impressionante mai messo insieme da Quentin Tarantino.

Il cast è forse il più impressionante mai messo insieme da Tarantino. Oltre a DiCaprio, Pitt e Robbie vedremo Al Pacino, Kurt Russell, James Marsden, Damian Lewis, Dakota Fanning, Bruce Dern. E poi Timothy Olyphant, Lena Dunham, Emile Hirsch, Clifton Collins Jr., Lorenza Izzo, James Remar, Scoot McNairy, Martin Kove, Rumer Willis. Ci saranno inoltre i fedelissimi di Tarantino: Tim Roth, Michael Madsen e Zoe Bell. Il compianto Luke Perry, in una parte girata poco prima della sua improvvisa scomparsa. E infine Nicholas Hammond, ex Spider-Man della TV.

Una galleria di volti famosi che interpreteranno altri volti più o meno famosi, attori e produttori realmente esistiti o inventati. In un gioco di specchi e maschere che Quentin Tarantino da sempre porta avanti nel suo cinema.

Il nono film di Quentin Tarantino arriverà in Italia a settembre. In USA uscirà a fine luglio, cinquant’anni dopo la morte di Sharon Tate. Cinquant’anni dopo la fine degli anni ’60. Non vediamo l’ora.

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